È stato siglato pochi giorni fa un’importante accordo per la riorganizzazione del Gruppo Ubi. Saranno previste, su base volontaria e con adesione al fondo di sostegno al reddito, 300 uscite di lavoratori. Tra questi, 50 avevano già fatto richiesta nella precedente finestra ed erano rimaste in sospeso. Ulteriori 250 potranno far richiesta di adesione al fondo entro il 10 febbraio. Di contro verranno assunti 150 nuovi dipendenti nel gruppo, di cui 100 a tempo indeterminato entro il 30 giugno 2020 e 50 a tempo determinato entro il 31 dicembre 2021. È prevista anche la stabilizzazione di 42 precari per i quali sarà previsto il contratto a tempo indeterminato.
Grande soddisfazione da parte delle organizzazioni sindacali, che in un comunicato unitario dichiarano “I numeri che caratterizzano il piano occupazionale ci consegnano un netto miglioramento rispetto alle percentuali stabilite in precedenti accordi che avevano tassi di sostituzione tra uscite e inserimenti nettamente inferiori (circa 3 a 1, mentre ora il rapporto diventa quasi di 3 a 2).
Migliora sensibilmente la quota di lavoratori stabili, considerato che le assunzioni a termine saranno al massimo 50 su un totale di 192 persone coinvolte.”
L’intesa sottoscritta rappresenta, quindi per le organizzazioni dei lavoratori un risultato molto positivo, coerente con l’obiettivo di promuovere nuova e buona occupazione in ambito giovanile, tema delicato che continua a rimanere una delle priorità, ad oggi spesso inevase, del nostro Paese.
“Altrettanto importante aver creato le condizioni affinché questa operazione di ricambio generazionale si realizzi, in continuità con i precedenti accordi di esodo sottoscritti in UBI, attraverso uscite che hanno carattere esclusivamente volontario, rispondendo alle aspettative di quelle lavoratrici e quei lavoratori che da oltre due anni avevano presentato domanda di accesso al Fondo, nonché di ulteriori 250 colleghe/i che vedranno accolta la propria domanda di esodo.”
Infine, di notevole importanza è anche il fatto che gli accordi prevedono che gli inserimenti di personale avvengano tenendo conto sia delle effettive uscite sui diversi territori, sia delle esigenze organizzative e produttive presenti sugli stessi territori.
Come dichiarato da Claudia Dabbene Segretaria responsabile del Gruppo Ubi per la Uilca “Nonostante la delicatissima congiuntura economica, la tradizione positiva di relazioni sindacali ha permesso nuovamente di trovare soluzioni condivise di sostegno ai giovani contro la precarietà e, al contempo, esodi non traumatici”.
(In foto Giuseppe Gargano Segretario Generale Uilca Sicilia)
Giuseppe Gargano Segretario Generale Uilca Sicilia ha aggiunto: “Alcuni recenti accordi, come quelli sottoscritti in UBI e BPER, per quanto contemplino un gap tra uscite ed assunzioni che si traduce comunque in posti di lavoro persi per sempre, sono quanto meno caratterizzati da una importante attenzione al ricambio generazionale.
In tale contesto ci prepariamo alla procedura relativa al Piano Industriale in UNICREDIT, laddove come UILCA Sicilia siamo molto preoccupati dell’impatto sulla nostra regione, e pretenderemo una adeguata compensazione dei posti di lavoro che saranno cancellati.
L’eliminazione di nuovi posti di lavoro e di nuove agenzie, di fatto, allontanando il credito dalla nostra Sicilia, comprometterebbe irrimediabilmente lo sviluppo della nostra terra ed il futuro dei nostri figli, e noi ci opporremo in ogni modo possibile”.