Mentre la “quantistica” ci propone una rappresentazione moderna delle informazioni a forma di onda anziché quella basato sui vecchi bit, la finanza, invece, si evolve nel senso del digit.
Le valute digitali, virtuali e criptate per motivi gestionali, hanno preso piede facendo cambiare le sorti di molti investitori che ne hanno comprato in quantità a fini operativi e/o speculativi.
Promettono libertà di gestione e poche o scarse intermediazioni.
Inoltre molti utenti “non bancabili” prendono profitto dalla possibilità di movimentare valuta. Con bassi costi.
Ce ne sono attive oltre 2.200 ed il mondo finanziario e non solo, va avanti comunque.
Ma la criptovaluta annunciata da Mark Zuckerberg, Libra, promette di interessare buona parte degli utenti del social media più famoso al mondo, ovvero 2.4 mld circa.
Il progetto Libra del patron di Facebook fa paura ai regolatori istituzionali, alle banche centrali ed a tutti gli enti preposti alla gestione delle valute tradizionali sia perché la base di utenza possibile è immensa, sia perché potrà influenzare le politiche monetarie tradizionali.
Per questo motivo abbiamo assistito ad una levata di scudi di governi ed istituzioni internazionali contro questo progetto.
In Europa, Francia e Germania hanno posto il veto sulla circolazione di Libra in assenza di una regolamentazione comunitaria che però stenta ad arrivare per la complessità di questo fenomeno.
Su proposta della Presidenza Finlandese della Commissione Europea, nel corso dell’incontro dei ministri finanziari della UE di questi giorni, verranno affrontate le problematiche legate ad una regolamentazione della circolazione di criptovalute in Europa.
Inoltre, oltre a vagliare eventuali condizioni per le altre criptovalute, nell’ottica di contrastare un eventuale strapotere che una valuta digitale come Libra avrebbe sul mercato valutario, sarà esplorata la possibilità di emettere una criptovaluta europea gestita dalle banche centrali e garantita dalla BCE senza altre intermediazioni. L’Europa pensa di lanciare la sua.
D’altronde non sarebbero i primi. Anche la Cina si sta attrezzando ed è avanti nel progetto di realizzazione di una criptovaluta di Stato. Ed i cinesi sono sempre avanti nell’elettronica, nel digitale ma anche nelle questioni statali e commerciali.