Il 9 aprile scorso, si è riunito l’Eurogruppo, Organismo europeo composto dai ministri delle finanze dei 19 Paesi europei che adottano l’Euro.
La riunione è iniziata con molto ritardo rispetto al previsto poiché è stato necessario trovare un compromesso sugli strumenti da utilizzare per fare fronte comune all’emergenza in atto e sulla formula da usare nel documento finale, pena un aumento della sfiducia da parte dei cittadini europei nella “Comunità Europea” .
Questo documento sarà sottoposto al Consiglio Europeo, organismo che raccoglie i Capi di stato e di Governo europei, nel corso dell’incontro convocato per il 23 aprile prossimo.
Il Mes Light per aprire linee di credito ai Paesi interessati (dotazione di 200 mld di euro), prestiti ad imprese garantiti dalla BEI (Banca Europea degli Investimenti) per 200 mld di euro e Sure (meccanismo di finanziamento delle Casse Integrazioni Europee) per 100 mld di euro sono gli strumenti individuati dall’Eurogruppo e stimati in 500 mld per venire incontro alle necessità finanziarie dei Paesi membri in questa crisi.
A causa dei contrasti politici interni ad ogni Nazione, è stato insormontabile il veto dell’Olanda all’emissione di Bond europei, i cosiddetti “Coronabond”, almeno finora, probabilmente con la Germania dietro le quinte che non può apertamente osteggiare l’assunzione comune del debito per la necessaria solidarietà in Europa. L’Italia, ma anche la Spagna e gli altri Paesi del sud Europa hanno ottenuto l’abolizione di vincoli particolari per i prestiti sul Mes. Il maggior vincolo rimasto è il limite del 2% del Pil per ogni Paese che vorrà accedere a questo strumento. Inoltre, questo finanziamento dovrà servire per far fronte esclusivamente a spese sanitarie relative alla pandemia.
La Germania ha fatto intendere che non attiverà la propria quota e l’Italia ha dichiarato che non accederà al Mes seppur Light. Questo anche per superare le difficoltà politiche interne alla maggioranza dovute, soprattutto, al M5S.
Nella lettera che il Presidente dell’Eurogruppo Centeno ha inviato ai capi di Governo e di Stato, fa capolino anche la proposta della Francia, appoggiata dalla Germania e da molti altri Paesi, ovvero, la possibilità di stanziare il Fondo temporaneo per la ripresa nei Paesi maggiormente colpiti dalle conseguenze economiche di questa emergenza. Questo Fondo dovrebbe finanziarsi, soprattutto, con l’emissione di titoli di debito. Gli Eurobond, praticamente.
E’ proprio per trovare un difficile accordo su questo strumento, che potrebbe fornire una potenza di fuoco finanziaria superiore, il Consiglio Europeo è stato convocato dopo due settimane, nonostante l’urgenza delle soluzioni.
L’Italia, come la Spagna, la Grecia ma anche la Francia, attendono con impazienza le decisioni che si prenderanno in ambito europeo. C’è da superare il veto posto dall’Olanda in primis, che ostenta un’inappropriata superiorità morale nella gestione dei bilanci, rispetto ai paesi del Sud Europa, in particolare dell’Italia.