Una recente indagine dell’Istituto Demoskopika ha registrato per il periodo 2015-2017 un calo di 245.000 iscritti ai sindacati confederali. Questo dato riguarda soprattutto la Cgil che, nel periodo preso a riferimento, conta 285.000 iscritti in meno con un calo del 5,2 % rispetto al 2015, e la Cisl con meno 188.000 e una contrazione del 4,5 %. In controtendenza la Uil che registra un saldo attivo di oltre 26.000 iscritti con un +1,4 %.
Sono due le tipologie di dati che vengono analizzati: il livello di gradimento indicato dallo Ias (Indice di appeal sindacale) e l’aumento o diminuzione degli iscritti in valore assoluto nel periodo preso come riferimento.
Nel primo caso le Regioni che contano un minor appeal sono Piemonte, Campania e Valle d’Aosta, anche se quest’ultima ha visto un incremento degli iscritti (+630) nel periodo.
Invece il gradimento sindacale rimane alto in Basilicata (717 tesserati ogni mille occupati), seguita da Toscana (che vanta il maggior numero di volontari che hanno prestato gratuitamente servizio per un sindacato) e dalla Sicilia che si colloca al terzo posto .
“La Sicilia in questi anni- dice Claudio Barone Segretario Generale Uil Sicilia- ha continuato a registrare come Uil una crescita degli iscritti sia nei lavoratori sia nei pensionati, abbiamo una struttura sindacale solida, siamo un sindacato inclusivo ed aperto a tutte le istanze e a tutte le posizioni politiche. Questa è stata la nostra carta vincente nel ritenere che noi facciamo sindacato e non politica”
Per quanto riguarda le perdite di iscritti la Campania si trova al primo posto con meno 90.764, seguita dalla Puglia con meno 66.714, in calo anche la Lombardia con 53.729 iscritti persi , e l’ Emilia Romagna con –una perdita di 46.061 tessere, dati questi che sembrano uniformare in negativo lo scenario italiano, senza grandi differenze tra nord e sud del Paese. Di contro le regioni che vantano un saldo positivo sono Valle d’Aosta, Veneto (+6.126) e Trentino Alto Adige (+8.040).