Lo smart working emergenziale, introdotto a causa della pandemia di covid-19, ha coinvolto molti lavoratori che prima non lo adottavano ed è stato, generalmente, apprezzato da questi come si evince da un’indagine di Uilca Sicilia pubblicata sul nostro giornale.
Alla fine dell’emergenza sanitaria occorrerà apportare dei correttivi a questo schema anche se, probabilmente, non si tornerà allo schema tradizionale. Lo smart working, migliora la conciliazione dei tempi di vita e di lavoro ma si porta dietro tante problematiche di tipo sociale, psicologico ed economico. Si riducono notevolmente le occasioni di incontro/confronto con i colleghi ma anche con gli amici, si rimane rinchiusi in una bolla operativa che riduce anche la percezione dei diritti a favore dei doveri. Si impoverisce l’economia di prossimità, non si utilizzano i mezzi di trasporto, non si frequentano né i bar né gli altri negozi che di solito si incontrano nel tragitto casa/lavoro.
E’ stata condotta un’indagine dall’ ILO (International Labour Organization), agenzia specializzata delle Nazioni Unite dedita alla promozione di giustizia sociale e diritti umani, insieme ad Eurofound, agenzia europea dedita al miglioramento delle condizioni di lavoro, che ha prodotto il report “Working anytime, anywhere: The effects on the world of work ”.
Dal report emerge che l’aumento del lavoro agile a causa dell’emergenza covid-19 raddoppia la probabilità che i lavoratori da casa superino le 48 ore settimanali e riposino meno di 11 ore tra un giorno lavorativo ed il successivo.
Quasi il 30% degli smart worker dichiara di lavorare nel proprio tempo libero tutti i giorni o più volte alla settimana, a fronte del 5% dei lavoratori in sede.
Tutto questo è fonte di notevole stress ed ha un impatto negativo sulla salute, la sicurezza sul lavoro e sull’equilibrio tra attività professionale e vita privata.
Il 21 gennaio scorso il Parlamento Europeo ha emanato una risoluzione in cui raccomanda a tutti gli Stati membri il riconoscimento di questo diritto fondamentale, soprattutto per la tutela della salute mentale e fisica dei lavoratori che, con l’espansione del lavoro agile al tempo dell’emergenza Covid-19, si trova a lavorare di più che dalla sede ed è sottoposto a maggiore stress.
Il Parlamento Europeo sancisce il diritto alla disconnessione del lavoratore in smart working e fornisce delle linee guida sugli obblighi dei datori di lavoro che non dovrebbero imporre ai propri dipendenti di essere raggiungibili al di fuori dell’orario previsto e, al contempo, i lavoratori dovrebbero astenersi dal contattare i colleghi a scopi lavorativi al di fuori dell’orario di lavoro ordinario.
Viene indicata alle aziende la necessità di fornire una corretta informazione ai lavoratori in smart working, tempestivamente e per iscritto o in un formato digitale facilmente accessibile per gli interessati da cui si evinca la possibilità che hanno di invocare il diritto alla disconnessione e le modalità pratiche per scollegarsi dagli strumenti digitali a scopi lavorativi.
Abbiamo chiesto al Segretario Generale della Uilca Sicilia, Giuseppe Gargano, un commento su questa novità normativa:
“Alla fine dei ragionamenti sullo smart working e sul diritto alla disconnessione, ciò che a mio avviso manca è la previsione di una sanzione per chi viola tale diritto. Se, come fonti autorevoli affermano, la iperconnessione, in violazione del diritto al riposo, mette a rischio la salute psicofisica delle lavoratrici e dei lavoratori allora potrebbe essere assimilata al reato di lesioni personali contemplato dall’art. 582 del codice penale.”
Continua Giuseppe Gargano:
“ Se non la reclusione, la previsione della rimozione immediata dal ruolo aziendale ricoperto ed una significativa pena pecuniaria a carico di chi vìola il diritto alla disconnessione, in termini di risarcimento della persona offesa, potrebbero essere un deterrente. In assenza di sanzioni sono convinto che difficilmente riusciremo a sradicare i comportamenti di chi ruba tempo, libertà personale, denaro e salute ai lavoratori. Questa è la mia riflessione e l’indicazione che propongo a tutti i miei interlocutori ad ogni livello.”