Il 18 novembre 2022 il Centro Studi Uilca Orietta Guerra ha presentato l’analisi sui conti economici dei primi tre trimestri del 2022 dei nove maggiori istituti di credito italiani ovvero Intesa Sanpaolo, Unicredit, Banca Monte dei Paschi di Siena, Banco Bpm, Banca Popolare dell’Emilia Romagna, Credito Emiliano, Banco Desio, Banca Popolare di Sondrio, Fineco Bank.
+4,1% per l’utile contabile (9,6 mld di euro) rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente raggiunto da queste banche.
Alcune operazioni straordinarie hanno influenzato i dati di questi tre trimestri:
La fusione di Carige in Bper; le svalutazioni dei titoli in portafoglio coinvolti nella guerra Russo-Ucraina, soprattutto di Intesa Sanpaolo e Unicredit; l’operazione di ristrutturazione in atto nel Monte dei Paschi di Siena.
Infine, la politica monetaria restrittiva della Banca Centrale Europea che ha aumentato di 200 punti base il costo del denaro per contrastare la l’aumento dell’inflazione anche a rischio di creare una recessione economica, ha avuto un effetto positivo sui conti delle banche.
Nel documento di economia e finanza, il Governo ha previsto un PIL del 3,2%, più alto delle aspettative. Diverso il discorso per il 2023 con previsioni meno ottimistiche.
I conti delle banche riflettono lo stato attuale dell’economia.
L’inflazione elevata ridurrà il potere d’acquisto di salari e pensioni; l’aumento dei prezzi dei prodotti, determinerà una contrazione dei consumi mettendo a rischio molte imprese.
Per il settore bancario l’aumento dei tassi d’interesse, pur migliorando conti economici e utili, comporta anche una crescita del costo dei prestiti. Questo, insieme ai rincari delle spese per l’energia, avrà un impatto sugli Npl (Non-Performing Loans) ovvero sui crediti poco esigibili.
Secondo Fulvio Furlan, Segretario Generale Uilca “Servono interventi che prevengano questi pericoli, con misure in grado di fare fronte alla crescita dei prezzi dell’energia, e l’impatto sulle bollette energetiche, e dei beni. La Uil sostiene proposte in tal senso per la tassazione degli extraprofitti di imprese come quelle energetiche e dell’e-commerce e per la detassazione degli aumenti contrattuali e delle tredicesime. Inoltre, vanno rafforzate le garanzie per le imprese e consentito a loro e alle famiglie di gestire, anche in termini temporali, con moratorie e interventi normativi, l’impatto della crescita dei tassi su debiti e mutui”.
L’incremento dei ricavi delle banche (+4,2%) risente positivamente dell’aumento del margine di interesse (+9,7%) che potrebbe crescere ulteriormente a causa di futuri ritocchi dei tassi da parte della BCE.
Secondo Roberto Telatin, responsabile Centro Studi Orietta Guerra “A ridisegnare l’economia mondiale nel 2022 sono le variabili geopolitiche, quali la guerra Russo-Ucraina, la transizione ecologica e il Covid-19. Le innovazioni tecnologiche, invece, in questa fase appaiono meno incisive che in passato, come dimostrano anche le difficoltà nello sviluppo dei Metaversi e il ridimensionamento delle quotazioni delle criptovalute. Tuttavia, gli investimenti per creare banche digitali proseguono, anche se è necessario sapere che le app non sempre rendono realmente la banca più vicina ai nostri bisogni.
Immaginando che il quarto trimestre confermerà il ritorno agli utili delle banche, Fulvio Furlan ritiene esistano delle condizioni per rinnovare bene la parte economica del CCNL: “Questa situazione conferma che vi sono le condizioni per prevedere un rilevante aumento salariale nel prossimo rinnovo del Contratto Nazionale del credito, che tenga conto dell’aumentata produttività del settore, dei risparmi dei costi di cui hanno beneficiato le aziende e degli aspetti inflattivi del prossimo triennio, senza dimenticare l’impennata straordinaria del 2022”.