In un comunicato del 13 settembre le sigle First Cisl, Fisac Cgil e Uilca Uil hanno annunciato di aver ripreso le trattative con Banco BPM, in seguito all’udienza di conciliazione tra le tre organizzazioni sindacali e l’azienda che si è svolta il 5 settembre.
Le tre organizzazioni sindacali hanno dichiarato di aver trattato con Banco BPM le questioni attualmente aperte. Tale scelta, spiegano, rientra nell’ottica di «massima tutela verso gli iscritti e i lavoratori dell’azienda nonostante la Banca continui a rifiutare le legittime prerogative sindacali delle sigle di maggioranza nel gruppo».
«Il nostro ritorno al tavolo» dichiara Paola Minzon – Segretaria Responsabile Uilca del Gruppo Banco BPM «segna un momento di grande responsabilità, che però non preclude a tutto quello che noi intendiamo fare per tutelare le nostre peculiarità e le nostre prerogative». Il tavolo, svolto il 12 settembre, ha visto tutte le sigle sedute presenti alla discussione con l’espressione di due diverse posizioni: una di maggioranza di First, Fisac e Uilca e una di minoranza di Fabi e Unisin.
Il comunicato del 13 settembre si inserisce in un quadro più ampio, in cui le tre sigle di maggioranza avevano abbandonato il tavolo delle trattative con Banco BPM il 27 giugno. In tale incontro l’azienda aveva presentato l’argomento dell’utilizzo del Fondo di Solidarietà per far fronte alle 800 assunzioni previste in tre anni contro le 1600 uscite, annunciate precedentemente e descritte come un “ricambio generazionale”.
La discussione di questo tema risultava già programmata per il 10 e 11 luglio con la partecipazione delle segreterie nazionali e la scelta di affrontare l’argomento anticipatamente ha provocato l’abbandono del tavolo delle trattative da parte di First, Fisac e Uilca.
A seguito della rottura la Banca ha proseguito il confronto con la sola presenza delle sigle Fabi e Unisin, comunicando che «Banco BPM sarebbe andato avanti con quanto dichiarato nel piano industriale con o senza accordi sindacali». L’11 luglio First, Fisac e Uilca hanno deciso di presentare un ricorso ex art. 28 Legge 300/1970 (“condotta antisindacale”) che si è concluso con la conciliazione del 5 settembre. Con questa viene riconosciuta la legittimità delle richieste delle sigle coinvolte e Banco BPM ha accettato di rimuovere, senza condizioni, la sua nota dal proprio sito.
Al tavolo del 12 settembre Banco BPM è rimasta ferma sulla sua proposta di prevedere 800 assunzioni in tre anni a fronte di 1600 uscite, utilizzando il Fondo di Solidarietà.
«Dall’altra parte noi ritorniamo al tavolo proprio forti del nostro senso di responsabilità per continuare a lavorare per i nostri lavoratori, cosa che non ci siamo mai esentati dal fare» conclude Minzon.
In un comunicato del 19 settembre le tre sigle di maggioranza hanno comunicato l’intenzione di riprendere a trattare sull’utilizzo del Fondo «al fine di trovare un punto di equilibrio nella trattativa che salvaguardi l’occupazione e fornisca le giuste tutele per i colleghi».