Il Centro Studi UIL ha pubblicato la seconda parte dello studio I Giovani: Futuro, Lavoro e Sindacato, svolto in collaborazione con Ipazia Ricerche. La prima parte era stata pubblicata lo scorso giugno e analizza le risposte del campione di giovani studenti, lavoratori e non lavoratori sulla loro conoscenza del sindacato e la loro partecipazione alla vita politica.

La seconda parte, invece, si concentra sulle aspettative dei giovani rispetto al futuro a breve termine e sul loro rapporto con il mondo del lavoro. I toni più ottimistici provengono dalle scuole superiori e dalle università, in cui il futuro viene visto come “interessante” e “gratificante”, mentre i toni più critici arrivano dal mondo del lavoro dove i termini più marcati sono “imprevedibile” e “difficile”.

 

Quando intervistati su una previsione di futuro a cinque anni, la risposta che accomuna tutti i gruppi dello studio è “poveri”, indicando l’incertezza economica come la probabile causa di imprevedibilità per l’avvenire.

Sui temi del lavoro, i dati sulle difficoltà incontrate o presunte nella ricerca dell’impiego sono particolarmente interessanti: sia tra studenti che lavoratori e disoccupati/in cerca di primo impiego le prime tre risposte per punteggio riguardano la mancanza di esperienza, l’assenza di opportunità lavorative nell’area territoriale e la retribuzione inadeguata. Tuttavia ciascuna delle tre categorie ha preoccupazioni (o esperienze) differenti: se gli studenti percepiscono la mancanza di esperienza come principale difficoltà (57,8%) nella ricerca di lavoro, questa è solo al 43,2% tra le preoccupazioni dei disoccupati e scende addirittura al secondo posto (30,4%) tra le difficoltà incontrate dai lavoratori. Al contrario i livelli di retribuzione adeguati sono solo la seconda preoccupazione (40,9%) per gli studenti e la terza (35,4%) per i disoccupati, ma si sono rivelati la prima fonte di difficoltà (35%) per i lavoratori.

La disponibilità di offerte lavorative nell’area territoriale, terza preoccupazione (34,7%) e seconda (41%) rispettivamente per studenti e disoccupati, si è rivelata essere un problema molto inferiore per i lavoratori: sempre al terzo posto, ma appena al 27,5%.

Riguardo alla ricerca di lavoro, la maggior parte degli intervistati (oltre l’80%) ha indicato di avere uno stipendio minimo al di sotto di cui non accetterebbe un impiego, con un salario netto compreso tra 900€ e 1400€.

Per concludere, il rapporto tra mondo della formazione e mondo del lavoro non sembrano mostrare una totale rottura, ma comunque una certa distanza: solo il 20,9% dei lavoratori ha indicato il proprio percorso di studi come “molto utile” nell’ottenimento dell’attuale impiego. Se è vero che questo dato è affiancato da un “abbastanza utile” al 40%, in ogni caso il 25% lo ha trovato “poco utile” e il 13% addirittura “assolutamente inutile”.

Abbiamo chiesto al Segretario Generale Uilca Uil Sicilia, Giuseppe Gargano, qual è – dal suo osservatorio – la situazione nell’ambito del credito.

“Molti giovani, non soltanto in Sicilia, prediligono libertà e spazi creativi al così detto ‘posto fisso’.

Lo smart working ed il lavoro autonomo a partita Iva, quest’ultimo considerato sostanzialmente più remunerativo, sono le forme di lavoro preferite dai giovani rispetto al lavoro in banca percepito come ‘statico’ o ‘ingessato’ dalle nuove generazioni. 

È evidente che i millennials hanno un approccio nuovo al mondo del lavoro.

D’altronde è vero che cambiano le persone e la percezione del lavoro da parte dei giovani, ma è pur vero che il mondo del lavoro, tra globalizzazione e digitalizzazione, è in continua evoluzione.

Come Uilca Uil, consapevoli dei cambiamenti e contemporaneamente con la massima sensibilità per le persone, siamo attentissimi ad adeguarci ai cambiamenti del contesto sociale ed economico, al fine di consentire buona e nuova occupazione e contestualmente di garantire le massime tutele e le migliori opportunità anche ai più giovani”.