La scorsa settimana il Consiglio dei Ministri ha approvato il cosiddetto “Decretone” che prevede al suo interno l’introduzione di “Quota 100” per le pensioni e il Reddito di cittadinanza.
Quota 100, che ricordiamo consentirà a coloro che hanno compiuto 62 anni di età e che hanno versato almeno 38 anni di contributi di andare in pensione anticipatamente, partirà ad aprile 2019per i dipendenti privati, ad agosto 2019per quelli statali e a settembreper il personale scolastico.
Per quanto riguarda il reddito di cittadinanza il decreto stabilisce regole, requisiti e procedure da seguire e definisce il sistema su cui si reggerà quella che è stata definita “la misura unica di contrasto alla povertà, alla disuguaglianza e all’esclusione sociale, a garanzia del diritto al lavoro”.
I sindacati confederali, Cgil Cisl e Uil, da sempre scettici sulla manovra, in occasione dell’incontro serale tenutosi all’indomani dell’approvazione del decreto con il premier Conte, hanno confermato la mobilitazione prevista per il 9 febbraio. I sindacati rivendicano delle modifiche al decreto, così come previsto nella piattaforma presentata al premier, e richiedono l’apertura di tavoli di confronto.
Secondo il leader della Uil Carmelo Barbagallo sono necessarie misure correttive al decreto pur condividendo la necessità di aiutare le fasce più deboli della popolazione. “Aspettiamo di sapere se il Presidente del Consiglio convocherà le necessarie riunioni tecniche perché è ancora possibile fare degli aggiustamenti sui contenuti del decretone. Noi siamo pronti a discutere”. Apertura al dialogo, quindi, ma la mobilitazione resta.
Inoltre Barbagallo pone l’attenzione sulla questione fiscale“perché se si continuano a fare differenziazioni tra partite Iva, da un lato, e lavoratori dipendenti e pensionati, dall’altro, oltre all’iniquità in sé, c’è anche il rischio di avere conseguenze negative anche dal punto di vista delle certezze occupazionali”.