Viaggiare in aereo da e per la Sicilia sta diventando un lusso.
Le compagnie aeree, oramai tutte low cost, approfittano delle regole di mercato per salassare i siciliani qualora questi decidano di spostarsi in aereo da e per la Sicilia soprattutto nei periodi “di punta” come per le festività e per le vacanze.
In altre parti dello stivale, in alternativa, si può scegliere il treno ma qui da noi non è un bene di lusso bensì rappresenta un servizio da terzo mondo con quasi tutte le tratte a binario unico.
Dulcis in fundo la rete stradale è la ciliegina sulla torta per un sistema di trasporti siciliano da dimenticare.
Di recente il Ministero dei trasporti ha riconosciuto la continuità territoriale tra gli aeroporti di Birgi (TP) e Comiso (RG), dimenticando gli aeroporti dei due maggiori centri isolani ovvero quello di Palermo e di Catania come se questi fossero trattati bene dalle compagnie che li usano per i voli da e per il nostro territorio.
Così la Regione siciliana presenterà formalmente il documento che richiede la continuità territoriale per gli aeroporti “Falcone e Borsellino” e “Fontanarossa”.
Ma ciò non basta, secondo Claudio Barone, Segretario Generale Uil Sicilia.
“Il riconoscimento della continuità territoriale per gli scali di Palermo e Catania è importante ma non basta. Oltre alle tariffe agevolate è necessario, infatti, mettere in discussione il monopolio delle compagnie aeree aprendo gli aeroporti siciliani a un regime di concorrenza”.
Ed ancora Barone: “Inoltre in tutto il resto del Paese è possibile, oltre che viaggiare in aereo, decidere di spostarsi in treno. A noi siciliani questo è impraticabile. La rete ferroviaria è fatiscente, i tracciati obsoleti con linee dismesse, smantellate o incompiute. Questa è una delle emergenze principali che il governo Musumeci deve affrontare e provare a risolvere con il governo nazionale il prima possibile”.