Il mondo è travolto dalla pandemia. Il mondo del lavoro scricchiola sotto i colpi della pandemia. Il lavoro in banca è stravolto dalla pandemia. Nessuno sembra potersi salvare, perché siamo tutti vittime, non solo chi è contagiato, ma anche chi ha perso il lavoro, chi è limitato negli spostamenti e nell’attività lavorativa, chi è vittima di chi approfitta della pandemia.
Come accade per le persone, anche le imprese, le economie ed i territori più fragili rischiano più facilmente di soccombere al “male”. Così è per la nostra Sicilia, che più volte abbiamo definito “devastata” dalla incapacità della politica e delle Istituzioni regionali, da un abbandono confermato dalla carenza di progettualità mirata al rilancio, dal processo di desertificazione causato dalla scelta degli Istituti di Credito di disimpegnarsi in Sicilia, e senza credito ogni prospettiva di sviluppo e rilancio è impossibile.
Guardando dal nostro osservatorio i bancari in rete non svolgono più soltanto il lavoro di bancari, ma svolgono anche l’attività di concierge (con il massimo rispetto per questi ultimi), gestiscono il “traffico” della clientela alzandosi continuamente dal posto di lavoro per consentire gli accessi, verificano il corretto utilizzo delle mascherine e dovrebbero richiamare al rispetto delle regole i clienti “distratti” rischiando le reazioni degli stessi, fissano gli appuntamenti con la clientela al fine di razionalizzare l’ingresso nelle filiali per poi essere “invitati” ad operare le eccezioni alle regole, devono intervenire per sedare le intemperanze dei clienti spazientiti che sferrano pugni contro le vetrate, che li insultano e li minacciano, in una sorta di deregulation emergenziale che fa comodo alle banche ma non alle lavoratrici ed ai lavoratori, una deregulation in cui tutti (ma non proprio tutti, solo alcuni) devono far tutto anche al di fuori di quanto previsto dal contratto di lavoro.
Ecco, dentro tali criticità – espresse senza pretesa di esaustività – SAREBBERO PRESENTI OPPORTUNITA’ DI LAVORO ! Lavoro per giovani potenziali bancari che le banche non assumono quanto meno in Sicilia – nonostante le drammatiche carenze di organico – preferendo allontanarsi dai clienti abbandonando i Comuni siciliani. Lavoro per chi potrebbe effettuare l’accoglienza della clientela evitando stress e rischi alle lavoratrici ed ai lavoratori. Lavoro per chi dovrebbe garantire la sicurezza in tutte le agenzie.
MA NO! I banchieri sono bravissimi soltanto a pianificare le chiusure ed i risparmi, sono bravissimi ad operare pressioni commerciali inaudite, ed i così detti “Piani Industriali” sono veri e propri piani “criminali” in quanto “uccidono” posti di lavoro senza possibilità alcuna di recupero, e di “industriale” non hanno proprio nulla.
Se la politica e le Istituzioni regionali da un lato, ed i banchieri dall’altro, non cambieranno rotta come da tempo chiediamo, allora potremo affermare chiaramente che non è stata soltanto la pandemia a porre fine all’agonia della Sicilia e dei siciliani, ma che essa è stata sostenuta con forza dall’incapacità e dal cinismo di chi dovrebbe essere attore protagonista della ripartenza.
E’ questa la nostra amara riflessione in occasione della giornata di mobilitazione nazionale “Ripartire dal Lavoro” con manifestazione regionale a Palermo venerdì 18 settembre.
Il Segretario Generale UILCA Sicilia
Giuseppe Gargano