Il 07 ottobre di ogni anno la Confederazione Internazionale dei Sindacati (ITUC) promuove la “Giornata mondiale per il lavoro dignitoso”.
La Uilca ha aderito all’iniziativa, consapevole che “non solo serve lavoro ma serve soprattutto il lavoro che abbia caratteristiche di dignità e di rispetto” ha detto Mariangela Verga, Segretaria Nazionale Uilca.
Quest’anno il “World day for decent work” è stato dedicato al lavoro di cura e assistenza alla persona. La richiesta per questo mercato di occupazione è destinata ad aumentare nei prossimi anni poiché l’Italia è un paese che invecchia: l’aspettativa media di vita è la più alta in Europa e si attesta sugli 83 anni con una natalità tra le più basse del continente.
Spesso, in realtà, il lavoro di cura è il risultato dell’impegno silenzioso ed invisibile dei familiari, specialmente donne.
Questo impegno ha un costo in termini di ripercussioni sulla salute, sul benessere e sui progetti di vita a corto, medio e lungo periodo.
“Basti pensare al grande numero di donne che ogni anno sono costrette a lasciare il proprio lavoro, optando per le dimissioni volontarie, per l’impossibilità di conciliarlo con la maternità” dichiara Mariangela Verga.
In Italia, nonostante la diffusione e l’importanza che questo lavoro sta assumendo, non risulta essere al centro delle politiche pubbliche né del dibattito socio economico.
Il servizio pubblico fornisce dei programmi e delle prestazioni per ridurre il carico dell’impegno sulle famiglie interessate che, però, risultano insufficienti e non sono sempre garantiti a chi ne ha effettivamente bisogno.
Il lavoro di cura rappresenta una base inevitabile della nostra vita in comune e, per questo, deve essere messo al centro delle priorità della politica, tanto sociale quanto economica, tanto più in una società civile come la nostra.
Nel settore del credito, ad esempio, grazie anche all’impegno del sindacato, è stata introdotta la Long Term Care (LTC), una copertura assicurativa per i soggetti colpiti da eventi invalidanti tali da generare uno stato di non autosufficienza caratterizzata dall’impossibilità di condurre una vita autonoma.
Occupazione, tutele e servizi quindi a disposizione del lavoro di cura, maggiori investimenti ma soprattutto sensibilizzazione affinché non resti un lavoro di serie B ma sia considerato un lavoro dignitoso nell’ottica dell’uguaglianza di genere.