Il 27 novembre 2023 si è svolto a Palermo, presso il Marina Convention Center del porto di Palermo (molo trapezoidale), la tavola rotonda “Il valore della legalità nel mondo del lavoro”, in ricordo del sindacalista Mico Geraci ucciso dalla mafia 25 anni or sono.
A presiedere il convegno, organizzato da Luisella Lionti segretaria generale Uil Sicilia ed area Vasta, Salvatore Guttilla segretario organizzativo Uil Sicilia.
Invitati: Pierpaolo Bombardieri segretario generale Uil, Benedetto Attili responsabile comparto Sicurezza Uil, Carmelo Barbagallo segretario generale Uil Pensionati, Antonello Cracolici presidente Commissione Antimafia dell’ARS, Giovanni Antoci sostituto procuratore della Repubblica, Giuseppe Geraci figlio di Mico Geraci ed una rappresentanza di studenti del liceo Borsellino di Palermo.
La giornalista Elvira Terranova ha guidato la tavola rotonda.
Benedetto Attili ha elogiato l’operato delle forze dell’ordine ed ha esortato il governo a maggiori investimenti nel settore per fornire i tutori della legge degli strumenti minimi ed indispensabili per potere eseguire il loro compito nel migliore dei modi.
Carmelo Barbagallo ha illustrato il contesto ed il periodo in cui si sono svolti i fatti cruenti, ricordando che, Geraci, si voleva candidare a sindaco di Caccamo e che la cosa dava molto fastidio alla famiglia che controllava il territorio in modo quasi egemonico.
Secondo Antoci, l’Italia, nel periodo stragista della mafia, è stata ad un passo dal perdere la connotazione di moderna democrazia, fatto che avrebbe compromesso anche l’esistenza stessa del paese e dell’Europa.
“Questa è l’occasione per ricordare ancora una volta Mico Geraci, il nostro sindacalista, che ha perso la vita per la legalità. Ma è anche l’occasione per riproporre una serie di temi che riguardano il lavoro, la sicurezza sul lavoro, il lavoro nero e chi evade i contributi. C’è ancora, nel nostro Paese, una illegalità diffusa che deve diventare una questione culturale, uno dei temi sui quali la Uil sfida il governo nazionale ad agire in modo più deciso. Sono ancora pochi gli interventi contro le morti sul lavoro e sulla sicurezza. Ed è scarsa la disponibilità a combattere l’evasione contributiva e il lavoro nero. Ci sono pochi ispettori e ispezioni. E’ l’occasione giusta per ricordare tutto questo”, ha dichiarato Pierpaolo Bombardieri che poi ha recriminato sui tagli dei fondi del PNRR per progetti nel meridione poiché questa scelta penalizza la nascita e lo sviluppo delle imprese e, quindi, del lavoro, non necessariamente a basso contenuto di competenze. Il segretario generale della Uil ha sottolineato anche l’importanza delle manifestazioni in corso in tutta Italia per protestare contro la manovra economica preparata dal governo che tendono a migliorare la vita di molti italiani.
Di fatto, i giovani sono costretti a lavorare in nero o ad emigrare. Una studentessa ha riportato il disagio che i ragazzi provano per la necessità di emigrare se non si vuole lavorare in nero.
Giuseppe Geraci ha dichiarato di essere fiducioso nell’opera delle forza dell’ordine e della magistratura e che rimane in attesa del processo per l’uccisione di suo padre.
Antonello Cracolici ha commentato così: “A Caccamo Mico Geraci aveva mobilitato le coscienze di un territorio dove al massimo si poteva predicare la lotta alla mafia e non praticarla. L’idea che si potessero coniugare i diritti dei lavoratori a quelli della legalità aveva fatto paura alla mafia che ha deciso di ucciderlo. Oggi dobbiamo riflettere sull’utilizzo che si fa dei lavoratori migranti, invisibili ma presenti, come ha mostrato la vicenda di Daouda Diane, il sindacalista ivoriano scomparso ad Acate, e dove la commissione regionale Antimafia ha scelto di andare”.
Luisella Lionti ha sottolineato l’importanza della presenza del sostituto procuratore Antoci e dei rappresentanti sindacali Uil di Polizia e Carabinieri. “Mico credeva che le cose potessero cambiare. Credeva nella legalità, nel lavoro vero, sicuro e regolare. Ma purtroppo, ancora oggi, constatiamo che nei cantieri si procede con appalti a massimo ribasso, mancano ispettori e ispezioni e le vittime sul lavoro non accennano a diminuire. È necessaria più trasparenza e legalità nel nostro territorio. E ho scelto proprio questa location perché rispecchia la politica del fare. Il presidente Pasqualino Monti ha dimostrato che, se si vuole, si possono creare grandi cose”.