Un vecchio e famoso spot di una compagnia telefonica aveva uno slogan che recitava: “Una telefonata ti allunga la vita!”
A Milano, invece, al fine di contenere l’aumento dei costi delle materie prime causato dalla guerra in Ucraina, l’Unione Artigiani ha lanciato una campagna che ha come slogan: “Una telefonata accorcia il prezzo del pane”.
L’Unione Artigiani di Milano chiede ai clienti dei formai di prenotare il pane almeno il giorno prima o, meglio, per una settimana intera al fine di ridurre e contenere allo stretto necessario i costi delle materie prime e dell’energia necessaria per la produzione del pane.
Chissà quanto si perderà, così, per mancate vendite a clienti occasionali.
Ma tant’è. Ben venga qualsiasi iniziativa con lo scopo di risparmiare sulla spesa
Il presidente di Unione Artigiani, Stefano Fugazza, panettiere anche lui di terza generazione con attività a Lambrate, così spiega i motivi dell’iniziativa: “Vogliamo garantire un prezzo accettabile del pane per i consumatori. L’unica strada possibile è quella di risparmiare sui costi di produzione, che sono come minimo raddoppiati, evitando gli sprechi. Se riuscissimo a programmare gli acquisti dei clienti, e quindi i nostri consumi, eviteremo di buttar via farine, spegneremo i forni prima e ci risparmieremmo anche qualche ora di lavoro notturno. La somma di tutte queste voci, tradotta in denaro, consentirebbe di tenere i prezzi finali sotto controllo e in questo momento, a molti colleghi, di salvare l’attività. Suggeriamo quindi ai panettieri di appendere in negozio le locandine che abbiamo preparato e di cominciare pazientemente a chiedere la collaborazione dei clienti più affezionati”.
Il 24 marzo 2022 si è svolto a Palermo l’incontro dei dirigenti sindacali siciliani del Gruppo Intesa San Paolo.
All’incontro sono intervenuti Mariangela Verga, Segretaria Nazionale Uilca con delega per il gruppo ISP e Dante De Feo, Segretario del Coordinamento Nazionale Uilca di Banca Intesa San Paolo.
L’attivo è stata l’occasione per presentare, da parte del coordinatore nazionale De Feo, gli aspetti salienti del piano industriale 2022 2025 del Gruppo ISP soprattutto per gli aspetti che impatteranno maggiormente sui dipendenti.
I quattro pilastri su cui punta ISP per il raggiungimento degli obiettivi che si prefigge il piano industriale sono:
Digitalizzazione, riduzione dei costi strutturali, riduzione delle commissioni e maggiore attenzione al bilancio ESG.
Da tenere sotto controllo, secondo Mariangela Verga, le applicazioni pratiche e, quindi, le ricadute sul personale della svolta digitale dell’azienda che creerà EasyBank, una banca totalmente digitale gestita al massimo da qualche centinaio di dipendenti che si pone come obiettivo l’acquisizione di quattro milioni di clienti entro la fine del 2025.
Per attuare questo progetto, si prevedono molte assunzioni di tecnici che si dovranno occupare di produrre tutte le applicazioni necessarie a consentire l’utilizzo dei servizi di questa banca online che consentirà a molti clienti di non doversi recare fisicamente agli sportelli.
Questo intento nasce dall’osservazione che gli analisti della banca hanno fatto circa il nuovo modo di operare della clientela. Oltre il 50% dei nuovi clienti ha fatto i primi contatti online.
Il progetto rappresenta un’accelerazione di quanto già previsto nel precedente piano industriale anche per le nuove necessità della clientela che sono scaturite da questo periodo di emergenza.
Molto partecipata la riunione da parte dei quadri sindacali che hanno rappresentato con forza la distanza dell’azienda dalle necessità del personale. La formazione, gli avanzamenti di carriera, l’impossibilità di trasferirsi in altre funzioni, l’esigenza di una maggiore attenzione aziendale alle premialità sono stati argomenti molto dibattuti. Una particolare menzione per lo smart working che è del tutto impraticabile nelle filiali.
L’intervista a Mariangela Verga, segretaria nazionale Uilca con delega al gruppo ISP
L’intervista a Dante De Feo, segretario del coordinamento nazionale Uilca dell banca ISP
Ettore Dottore, sindaco di Alcara Li Fusi, piccolo Comune che si trova in provincia di Messina sui Nebrodi, è stato nominato dalla Uilca Sicilia, nella persona del Segretario Generale Giuseppe Gargano, referente per i rapporti con le istituzioni pubbliche regionali. La notizia è stata resa pubblica dalla Segreteria Regionale della Uilca Sicilia.
Giuseppe Gargano ha dichiarato: “Abbiamo l’orgoglio di annoverare tra i dirigenti sindacali persone che, grazie ad esperienze al di fuori di banche e sindacato, sono capaci di arricchire di contenuti preziosi la nostra azione in rappresentanza della nostra categoria in un momento delicato per il nostro settore sempre più afflitto dalla desertificazione degli sportelli bancari”
Questo incarico molto importante arriva in un momento di grandi criticità per i territori che soffrono per questo problema, cioè la chiusura degli sportelli da parte delle aziende di credito che abbandonano i territori, mettendo così in difficoltà le imprese locali e le famiglie che, per potere usufruire dei servizi finanziari delle banche devono rivolgersi altrove.
Ettore Dottore, dal canto suo, si è espresso positivamente per l’incarico ricevuto: “Esprimo grande soddisfazione per la nomina ricevuta da parte di Uilca Sicilia. Un grazie ai vertici regionali dell’organizzazione nella persona di Giuseppe Gargano segretario generale. Ringrazio anche Rosario Mingoia, responsabile nazionale del coordinamento Uilca nel gruppo Unicredit. Spero di poter assolvere dignitosamente al ruolo che dovrò ricoprire, nell’interesse della Uilca Sicilia e di tutti i suoi iscritti.”
Si è tenuto a Roma nelle giornate del 16, 17 e 18 marzo il Consiglio Nazionale della Uilca. Il primo in presenza dopo due anni. Molto alta la partecipazione dei quadri dirigenti sindacali, circa 200, pervenuti da tutta Italia. Nutrita anche la delegazione siciliana presente all’evento.
Durante la prima giornata di lavori è intervenuto anche il Segretario Generale della Uil PierPaolo Bombardieri, che tra i vari temi trattati durante la sua relazione a chiusura di giornata ha voluto sottolineare la ferma condanna di tutta l’organizzazione all’attacco russo in Ucraina.
Per la Sicilia sono intervenuti Rosario Mingoia, Segretario Responsabile Gruppo Unicredit, Giuseppe Vaccarella Coordinamento BCC, Gino Sammarco Responsabile Dipartimento Proselitismo, Sergio La Rosa Segretario Generale Ragusa-Siracusa e il Segretario Generale della Uilca Sicilia Giuseppe Gargano.
Unanime la condanna alla Russia per il conflitto in corso. Molto è stato detto anche in merito al tema delle pressioni commerciali.
Gargano, a proposito della guerra in Ucraina, ha espresso con forza che “Non si spara sui civili, non si bombardano scuole ed ospedali, non si uccidono i bambini.” Ha poi continuato il suo intervento sui temi propri del sindacato “E’ necessario coinvolgere i giovani nel sindacato ed è necessario farlo con una formazione sempre più specialistica, campo in cui la Segreteria Nazionale della Uilca ha sempre investito molto con la Formazione Nazionale e il neo costituito Dipartimento”
Infine, ha dato ampio spazio nel suo intervento al tema delle pressioni commerciali “Occorre fare cultura tra i lavoratori. Le aziende convincono lavoratrici e lavoratori di essere tutti <manager>, ma essi si scontrano con la realtà quando entrano nel vortice patologico delle contestazioni disciplinari. La differenza tra lavoratrici e lavoratori e top manager è che a questi ultimi, i primi responsabili delle pressioni, non vengono mai elevate contestazioni. Il ragionamento per sradicare il perverso fenomeno delle pressioni, che si ripercuote sui clienti in dispregio dell’etica, deve partire da una rinnovata modulazione e contrattazione dei sistemi incentivanti. Gli incentivi spropositati ai vertici aziendali sono l’origine del male che provoca le pressioni commerciali e su essi dobbiamo lavorare, per quanto possibile, per arginare ed estirpare la patologia.”
Argomento quest’ultimo del Panel tenutosi giorno 17 dal titolo “Le pressioni commerciali tra aggregazioni, profitto e benessere lavorativo. Alla ricerca di un sistema finanziario sostenibile. L’impegno della Uilca.” Dove hanno partecipato: Maurizio Baravelli Professore di Economia e Gestione della banca presso Università La Sapienza di Roma, Magda Bianco Capo Dipartimento Tutela della clientela e educazione finanziaria di Banca D’Italia, Domenico Proietti Segretario confederale Uil, Carla Ruocco Presidente della Commissione parlamentare d’inchiesta sul sistema bancario e finanziario. Ha moderato Marcello Zacchè de Il Giornale.
Vi avevamo già dato notizia del “fidanzamento” tra le due BCC in questo articolo del 09 gennaio 2021.
Adesso la BCE ha autorizzato la fusione tra la Bcc del Mutuo Soccorso di Gangi e della Bcc San Giuseppe delle Madonie.
E’ stata l’ICCREA, capogruppo delle due BCC, a darne notizia ai CDA delle due banche di credito cooperativo che dovranno espletare le funzioni previste come l’approvazione delle assemblee straordinarie dei soci.
Le due banche di credito cooperativo operano, attualmente, su territori contigui senza alcuna sovrapposizione di sportelli e sono due realtà solide che, per affrontare meglio le sfide che il mercato impone, come una sempre maggiore consistenza patrimoniale ed una maggiore efficienza con la riduzione dei costi in scala, hanno deciso di fondersi per creare un soggetto unico ed offrire ai propri clienti, famiglie ed imprese sul territorio, dei servizi competitivi.
L’operazione, che dovrebbe concludersi entro aprile 2022, farà nascere la BCC delle Madonie che avrà 16 sportelli nell’area della provincia di Palermo, conterà oltre 2.400 soci, e più di 16.400 clienti, con oltre mezzo miliardo di euro di attivi.
La raccolta diretta sarà di quasi 350 milioni di euro, il patrimonio sarà vicino ai 50 milioni di euro e si otterrà un importante profilo di solidità patrimoniale, con il CET1 al 23,89%.
Il presidente della BCC San Giuseppe delle Madonie, Leonardo Gennaro, ha commentato: “Questa fusione ci consentirà di realizzare una banca solida, efficiente, ben strutturata e competitiva che saprà essere ancora più vicina alle esigenze dei propri soci e clienti, sia perché adeguatamente dimensionata, sia perché, grazie al processo di fusione, si potranno valorizzare ancora più nettamente le competenze dei propri dipendenti. I territori saranno presidiati e rappresentati attraverso lo spirito mutualistico che ci contraddistingue da sempre”.
“Benvenuta la notizia dell’autorizzazione da parte della BCE”, commenta il presidente della BCC di Ganci, Antonio Farinella. Ed ancora: “ritengo che la fusione sia l’evoluzione naturale della storia delle due banche, in quanto vanno ad integrarsi due realtà simili se non uguali per cultura, storia e per tipologia di popolazione. Il compito è sfidante e noi metteremo in campo tutte le nostre risorse per raggiungere l’obiettivo”.
Il presidente dell’ICCREA, Giuseppe Maino, accoglie con soddisfazione l’autorizzazione della BCE a questo progetto.
“La nuova realtà sarà un punto di riferimento bancario cooperativo sulle Madonie e, grazie anche alle risorse che il Gruppo ICRREA metterà a disposizione, potrà assicurare risposte puntuali alle esigenze, tradizionali ed evolute, che famiglie e PMI possono esprimere”.
L’ICCREA è il quarto gruppo bancario in Italia per “attivi” con 175 miliardi di euro, può contare su 2.500 sportelli presenti in oltre 1.700 comuni italiani, con una raccolta totale al 30 giugno 2021 di 140 miliardi di euro ed impieghi per 93 miliardi di euro. Il Gruppo ha totalizzato un CET 1 Ratio del 16,5% e un TCR del 17,2% al 30 giugno 2021.
Per conoscere le eventuali ricadute sul personale sia di tipo occupazionale che di mobilità di funzione e territoriale, occorrerà attendere la convocazione delle OO.SS. cui sarà presentato il progetto in corso di definizione.
L’8 marzo ricorre la Giornata Internazionale della donna. Come ogni anno la Uil e la Uilca vedono in questa giornata un momento di riflessione e di analisi del mondo del lavoro e della società tutta rispetto ai diritti ancora da conquistare da parte delle donne.
In particolar modo in un anno come questo 2022, appena iniziato, funestato dal protrarsi della pandemia da Covid-19 e da uno scenario internazionale all’insegna della guerra in Ucraina, porre l’attenzione sui diritti violati delle donne e sulle maggiori difficoltà che spesso si trovano a dover affrontare in scenari critici ha un maggiore significato.
In occasione di questo 8 marzo 2022 la Uilca ha deciso di sostenere Emergency nei progetti dedicati alle donne dei Paesi più poveri e colpiti dalla guerra (cartolina in copertina).
Alle consuete manifestazioni di piazza ed incontri di approfondimento sono state sostituite una serie di iniziative online per approfondire le tematiche del mondo femminile. In particolare il coordinamento Pari Opportunità della Uil, unitariamente a quelli di Cigl e Cisl, ha organizzato un Webinar dal tema “Il protagonismo delle donne nella ripresa, per il lavoro di qualità, in sicurezza.”
L’iniziativa potrà essere seguita sul canale Youtube del CNEL e dalla pagina Facebook della Uil Nazionale. La trasmissione verrà condotta da Monica Setta, conduttrice di Unomattina in Famiglia e vedrà l’intervento di molti ospiti provenienti sia dal mondo sindacale che del sociale. Parteciperanno anche i Segretari Generali Confederali, PierPaolo Bombardieri chiuderà il secondo panel dedicato alla “Sicurezza e Prevenzione”.
Giovedì 24 febbraio 2022 si è svolto a Palermo, presso la sala della “Casa del Fanciullo”, il Consiglio Regionale della Uilca Sicilia.
Al Consiglio hanno partecipato il Segretario Generale UILCA Fulvio Furlan, la Segretaria Generale UIL Sicilia ed Area Vasta Luisella Lionti, il Segretario Generale UILP Sicilia Claudio Barone ed il responsabile del proselitismo nazionale Uilca Gino Sammarco.
Oltre ai componenti il Consiglio convocati, tra i quali erano presenti i Segretari Generali UILCA dei Territori siciliani, hanno partecipato i Segretari Nazionali, i Segretari Responsabili dei Coordinamenti Nazionali di Banca e di Gruppo delle aziende presenti in Sicilia e gli esattoriali.
Il Segretario Generale della UILCA Sicilia, Giuseppe Gargano, ha tenuto a valorizzare la scelta della location presso “La casa del fanciullo” del Don Orione, comunicando contestualmente il versamento a tale struttura di un contributo finalizzato a finanziare l’accoglienza di famiglie disagiate del territorio.
In apertura, citando Hegel, Gargano ha dichiarato: “Dalla storia impariamo che non impariamo dalla storia” ed ha chiesto alla platea di stringersi attorno alle vittime della guerra in Ucraina, esprimendo solidarietà con un lungo applauso anche perché “contro la guerra dobbiamo fare rumore!”.
Sull’argomento si è soffermata con un accorato intervento anche la Segretaria Generale della UIL Sicilia Luisella Lionti, manifestando preoccupazione per quanto sta accadendo in Ucraina.
Anche in molti altri interventi si sono spese parole di solidarietà per chi soffrirà per questa crisi.
Tra le questioni proposte per il dibattito, Gargano ha stigmatizzato le pressioni commerciali effettuate dalle aziende sui lavoratori; in merito allo smart working, dopo lo stato di emergenza ed il lavoro da casa spesso quasi “imposto” dalle aziende, si è evidenziato che occorrerà regolamentarlo attentamente poiché le aziende sono passate da una forte riluttanza ad un forte interesse verso tale forma di lavoro, considerati i risparmi organizzativi e logistici che comporta avere molti lavoratori non in presenza.
Giuseppe Gargano ha annunciato l’inizio della stagione congressuale, a partire dai Congressi categoriali di base per finire con i Congressi Nazionali UILCA e UIL, comunicando le date entro le quali – ai vari livelli della UILCA – dovranno essere celebrati i Congressi.
Con orgoglio ha confermato al Consiglio la forza della UILCA in Sicilia in termini di percentuale di inserimento nelle varie aziende, comunicando anche la costituzione di due nuove RSA in regione nel mese di gennaio “a testimonianza del nostro impegno, della nostra capacità di rappresentare i bisogni delle lavoratrici e dei lavoratori e di essere attrattivi, della nostra passione”.
Uno tra gli argomenti più sentiti è stato quello della formazione sindacale per gli addetti ai lavori, ed è stata definita una iniziativa regionale subito prima dell’avvio dei Congressi Territoriali.
Molto sentito il problema della desertificazione bancaria in Sicilia, argomento ripercorso anche da Luisella Lionti e Fulvio Furlan.
A tal proposito, Rosario Mingoia – Segretario Responsabile del Coordinamento Nazionale UILCA nel gruppo Unicredit – nel suo intervento nel quale ha smentito alcune voci circa presunti “dossier” relativi a fusioni bancarie che vedrebbero Unicredit come parte attiva, ha continuato sottolineando l’importanza del nuovo piano industriale “Unlocked”. Nell’accordo sulle ricadute sul personale di questo piano, le OO.SS. hanno ottenuto nuove assunzioni, soprattutto in rete, nella misura di 725 a fronte di 1200 esodi. Questo accordo è significativo nel panorama del credito e soprattutto la previsione di non chiudere sportelli sottolinea un rinnovato interesse di Unicredit per i territori e le famiglie.
Il dibattito è stato arricchito da numerosi interventi da parte dei componenti il Consiglio e degli invitati, dall’intervento di Luisella Lionti che ha tracciato le linee dell’azione Confederale dalla Sicilia al livello Nazionale, dalle conclusioni politiche di Fulvio Furlan che ha approfondito la situazione in molte banche, da Bper a Carige e Banco BPM concentrandosi particolarmente sulla durissima vertenza in Bnl, ponendo le basi di un ragionamento politico di prospettiva che accompagnerà gli interventi della UILCA nelle categorie rappresentate nel prossimo futuro.
Fulvio Furlan ha dichiarato: “La Uilca Sicilia è “fondamentale” per la Uilca tutta”.
Inoltre, esponendo le criticità rilevate sulla crescita organizzativa ha esortato i dirigenti sindacali presenti: “Il proselitismo è la prima cosa cui dovete pensare quando vi svegliate e l’ultima cui pensate prima di addormentarvi”
Il CDA dell’Istituto Regionale per il Credito Agevolato (IRCA) ha approvato lo Statuto dell’Ente.
Prodotto questo importante documento societario, può partire il progetto del Governo regionale che ha lo scopo di rilanciare le attività produttive nella nostra isola.
Il presidente dell’IRCA, Clemente Carta, ha ricordato che “è stato un lavoro importante portato a termine grazie al nuovo Consiglio di Amministrazione, composto da Nunzio Moschetti, Fausta Catalano, Piero Giglione, con la fattiva collaborazione del Direttore Generale Lorenza Giardina. Abbiamo raggiunto questo traguardo grazie alla collaborazione del Collegio Sindacale composto da Elena Pizzo, Maria Teresa Manina e Giuseppe Cognata con i quali siamo riusciti a portare a termine il passo più importante di un’operazione di fusione finanziaria tutt’altro che semplice.” L’Istituto si prefigge, adesso, di dare un consistente aiuto “all’asfittica” – come l’ha definita Carta – economia siciliana.
Come sottolineato da Carta, il nostro territorio soffre, rispetto alle regioni del Nord, non solo per il gap delle infrastrutture, ma anche per una modalità di approvvigionamento di capitali penalizzante per le piccole imprese.
Dagli anni cinquanta dello scorso secolo, l’IRCAC e la CRIAS hanno svolto un lavoro gravoso per sopperire a questo problema grazie ad importanti aiuti finanziari all’economia siciliana. Questo si evince, ha sottolineato Carta dai numeri contenuti nei conti dei due enti regionali.
Con la fusione di questi due Enti, la Regione ha inteso rilanciare la scommessa per dare impulso e sostegno ai soggetti più attivi del tessuto produttivo siciliano.
Da questo momento si comincerà ad erogare servizi e aiuti alle imprese, incentivando prodotti e servizi finanziari già disponibili.
La dotazione iniziale dell’Ente, attribuita dalla finanziaria, sarà di 70 milioni di Euro.
Un elemento dirimente, per capire se questo “matrimonio” sarà di successo, sarà quello della gestione dei fondi comunitari che potranno far cambiare passo alla nostra economia per farla allineare con la ripresa economica generale dell’Italia.
La fusione nucleare, attualmente in fase di sperimentazione, riproduce in laboratorio le interazioni tra alcuni nuclei atomici come avviene all’interno del sole!
La necessità di produrre energia da fonti alternative spinge alla sperimentazione di metodi più ecologici come l’eolico, o il solare. La non più procrastinabile decarbonizzazione, visti i livelli dell’inquinamento atmosferico e dell’aumento delle temperature medie del pianeta oltre alla non infinita disponibilità delle fonti fossili, fa usare procedimenti (energia nucleare da fissione) e sperimentare nuove tecniche come quella per fusione nucleare.
L’energia nucleare prodotta dalle centrali attuali è generata per fissione. In Italia è stata, di fatto, bloccata per le norme variate dall’esito del referendum del novembre 2011.
La ritrosia degli italiani ad avere centrali nucleari dietro l’angolo ha due motivi principali.
Il primo è costituito dalla notevole quantità di scorie radioattive prodotte dalla fissione. Queste pongono il grosso problema del loro stoccaggio in assenza di un sito nazionale dedicato e lungi dall’essere costruito (https://www.depositonazionale.it). Però, nonostante l’inattività delle centrali nucleari in Italia a causa del referendum, c’è una notevole produzione di scorie radioattive provenienti dalle attività del settore sanitario come ricerca, diagnostica e terapia ed anche in questo caso emergono gravi problemi di stoccaggio. Intanto comuni e regioni utilizzano dei depositi locali.
Il secondo motivo di preoccupazione per gli italiani è rappresentato dal rischio di disastrosi incidenti nelle centrali nucleari. Ma questi, nel mondo, si possono contare sulle dita di una mano. Quasi del tutto inutile preoccuparsi se si considera che siamo circondati da centrali nucleari in Europa (quasi duecento), alcune delle quali molto vicine ai nostri confini (sei in Francia sei e uno in Slovenia) e nella remotissima e malaugurata ipotesi di un incidente in una di queste centrali, saremmo stati cauti inutilmente.
Invece, i problemi causati dall’utilizzo di materie fossili che utilizziamo, sono reali, non ipotetici quali le eccessive emissioni di CO2 molto nocive per il nostro pianeta, sversamenti di petrolio in mare, più o meno massivo, incidenti con esplosioni o incendi di cisterne durante il trasporto.
Infine, questa scelta di escludere il nucleare, la paghiamo ancor di più adesso poiché la dipendenza energetica del nostro Paese da altri ci rende vulnerabili e passibili di costi notevoli.
Un metodo, molto più green, per produrre energia pulita da reazioni nucleari è la fusione che, quando sarà utilizzabile, produrrà molta energia con pochi scarti come l’elio, un gas leggero ed inerte.
Il principio di funzionamento della fusione nucleare è quello delle stelle che si autoalimentano con l’energia prodotta dalla fusione . Il “bilancio” energetico di questo fenomeno, nelle stelle, è positivo. Quindi le stelle possono rimanere accese nel cielo per miliardi di anni concedendo gioie agli appassionati ed ai romantici.
Lo stato della sperimentazione sulla fusione nucleare in laboratorio è ancora lungi dal rendere operativo questo processo.
Tra i problemi più importanti che gli studiosi devono affrontare e risolvere per sperare di rendere produttivo questo metodo, c’è la grande quantità di energia necessaria per attivare e stabilizzare il processo di fusione. Ancora oggi il bilancio energetico di questo processo è negativo.
Senza scendere in dettagli tecnici da indigestione mentale, le particelle devono essere riscaldate a temperature altissime. Nell’esperimento effettuato ad Oxford di cui, in questi giorni, si è parlato tantissimo, con la collaborazione di circa 5.000 scienziati europei, il laboratorio JET (Joint European Torus), ha generato per 5 secondi un’energia di 59 megajoule circa il doppio di quella prodotta nello tesso reattore 25 anni fa.
Per ottenere questo risultato, gli scienziati hanno dovuto generare temperature di circa 150 milioni di gradi celsius, 10 volte maggiore della temperatura al centro del sole.
Queste altissime temperature sono necessarie per trasformare lo stato delle particelle interessate in plasma che ruota vorticosamente dentro dei reattori a forma di ciambella (tokamak). Da questo stato diventa semplice la fusione delle stesse particelle.
Oltre all’energia necessaria a generare queste altissime temperature, ne necessita ancora altra per generare campi magnetici in dei potentissimi magneti. Questi servono a mantenere stabile e lontano dalle pareti del recipiente il plasma.
La fusione tra due particelle (nell’esperimento di Oxford Deuterio e Trizio) genera una particella unica con massa inferiore alla somma di quelle di provenienza. Questa differenza rappresenta la tanto agognata energia.
Il progetto JET è propedeutico per il lancio del progetto ITER che vedrà nascere un reattore nel sud della Francia. Al progetto ITER partecipano l’Unione Europea, l’India, il Giappone, la Corea del Sud, la Russia e gli Stati Uniti.
Si pensa che potremo usufruire dell’energia prodotta con questo tipo di reazione non prima del 2050.
Ottimi i numeri dei piani industriali dei principali gruppi bancari Unicredit e Intesa Sanpaolo.
Il 26 gennaio scorso, Unicredit e le OO.SS. hanno firmato l’accordo sulle ricadute per l’occupazione del piano industriale Unlocked.
A fronte di circa 1200 uscite volontarie ed incentivate, sono previste circa 600 assunzioni in rete commerciale e 125 nell’area “digital”.
Il piano prevede una riorganizzazione della struttura centrale con l’uscita da questa, tra esodi e riconversione professionale verso funzioni di rete commerciale, di circa 1700 persone.
“Sono molto soddisfatto dell’accordo raggiunto: le nuove entrate consentiranno di offrire alla clientela servizi di maggiore qualità e garantiranno un più forte presidio nel territorio” afferma Rosario Mingoia, segretario responsabile Gruppo Unicredit Uilca. “Ė uno dei migliori accordi stipulati nel settore del credito relativamente al rapporto uscite/assunzioni. Già da tempo come Uilca abbiamo denunciato la situazione di grande difficoltà vissuta dalla rete commerciale e dalle filiali, vero motore pulsante di ogni Banca”.
“Le assunzioni in rete certificano il rilancio operativo delle filiali e la centralità del gruppo Unicredit in Italia”, commenta il segretario nazionale Uilca Giuseppe Bilanzuoli. “L’investimento sulle filiali rappresenta per noi una garanzia di buona e nuova occupazione, di vicinanza alla clientela, di presenza capillare sul territorio e di maggiore garanzia di legalità per le comunità. Tutto questo testimonia la centralità che l’Italia torna a ricoprire per Unicredit, fondamentale soprattutto in questo momento con le risorse previste dal Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza”.
Intesa Sanpaolo ha chiuso il 2021 con un utile netto di 4,18 miliardi, in crescita del 19,4% rispetto al 2020.
Agli azionisti, in questo caso, andranno 22 miliardi con un utile previsto nel 2025 di 6,5 miliardi.
Il nuovo piano d’impresa prevede una banca a ‘zero Npl’ (i crediti non esigibili) e, per arrivarci, i crediti deteriorati saranno ridotti nel 2025 a 9,3 miliardi di euro al lordo delle rettifiche, da 15,2 miliardi nel 2021, e a 4,6 miliardi al netto, da 7,1 miliardi nel 2021.
L’AD Carlo Messina ritiene che uno dei pilastri del piano sia costituito dalle risorse umane del Gruppo. “Il nuovo piano d’impresa ci trasporta nel futuro e crea la banca dei prossimi dieci anni”. Così il Ceo di Intesa Sanpaolo, Carlo Messina, nel corso della conference call con gli analisti finanziari per presentare il nuovo piano d’impresa ed i risultati del 2021.
Mariangela Verga, segretaria nazionale Uilca, ha così commentato il nuovo piano industriale ISP:
“Adesso sarà ancora più importante governare, attraverso il confronto, le sfide del nuovo Piano, i cuiobiettivi sono sfidanti e ambiziosi e impattano in maniera significativa su ambiti quali l’organizzazione del lavoro, il servizio alla clientela e i livelli occupazionali”.
Concludendo: “Il Gruppo non solo ha raggiunto importanti risultati economici, ma ha anche dimostrato di saper sostenere il tessuto socioeconomico del Paese, in particolare in questi anni di pandemia. Riteniamo indispensabile che il settore del credito favorisca lo sviluppo del Paese, una corretta applicazione del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza, sostegno a famiglie e imprese e presidio dei territori, anche in termini di legalità. Il Gruppo Intesa Sanpaolo ha svolto e deve continuare a svolgere un ruolo centrale in questa direzione ma le chiusure delle filiali previste rappresentano un segnale preoccupante”