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25 novembre 2020: l’impegno sindacale della Uil Sicilia contro la violenza sulle donne

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Il 25 novembre è la data indicata dall’Assemblea Generale delle Nazioni Unite per ricordare la violenza contro le donne. Ogni anno in questa giornata numerose iniziative vengono organizzate in tutta Italia al fine di sensibilizzare su un tema ancora purtroppo alla ribalta della cronaca nera.

Ma il 2020 anno del Covid, porta con sé non solo l’impossibilità di ritrovarsi in ogni forma di manifestazione ma è l’anno in cui si registra, anche a causa del lockdown e delle numerose restrizioni, una impennata dei casi di violenza domestica: “questo infatti ha amplificato le problematiche inerenti alla coabitazione e ha imposto convivenze lunghe e ininterrotte che, in molti casi, sono sfociate in episodi di abusi. Le segnalazioni di aiuto tra marzo e giugno sono aumentate del 119% e, fra mille difficoltà, i centri antiviolenza dei vari territori hanno assistito e salvato parecchie donne.” A dichiararlo in una nota congiunta la segretaria provinciale della CGIL di Ragusa, Graziella Perticone, la segretaria territoriale della CISL Ragusa-Siracusa, Cettina Raniolo e la segretaria generale Concetta Di Gregorio della UILA- UIL Ragusa-Siracusa-Gela.

 

Il Sindacato da sempre in prima linea contro ogni forma di violenza e discriminazione di genere pone l’attenzione quest’anno più che mai su queste tematiche.

“Le violenze non solo fisiche ma anche verbali e psicologiche, gli atteggiamenti di sopraffazione da parte di mariti, compagni di vita e di datori di lavoro non escludono nessun ceto sociale e si manifestano in ogni luogo.  L’aumento di segnalazioni continua a preoccupare gli esperti del settore angosciati anche per le conseguenze sui minori che assistono o che subiscono anche loro.  Il lungo lavoro iniziato anni fa ha già fatto emergere buoni risultati: il fenomeno di sensibilizzazione, di educazione al rispetto e alla parità di genere ha ancora necessità di essere diffuso. Ciascuno di noi ha l’obbligo di distaccarsi dagli stereotipi di genere, di denunciare qualsiasi abuso e di offrire sostegno a chi non ha la possibilità, la forza o il coraggio di allontanarsi dall’aguzzino.   Le segreterie provinciali di CGIL, CISL e UIL manifestano la propria vicinanza, conclude la nota, a tutte le donne vittime di violenza e di abusi e ribadiscono la disponibilità a sostenere tutte coloro che stanno vivendo esperienze e periodi difficili. Le strutture territoriali possono essere un tramite per comunicare con gli organismi competenti che potranno poi offrire ospitalità e aiuti di ogni genere.”

“La violenza contro le donne è in larga parte un problema di cultura, nel senso che da una parte riflette e dall’altra rafforza le profonde disuguaglianze e i diversi ruoli che la società affida all’uomo e alla donna in virtù del loro sesso alla nascita. Comprendere questa stretta relazione rende il problema della violenza contro le donne un problema di tutti.” Ha dichiarato Vilma Costa coordinatrice per le Pari opportunità per la Uil Sicilia.

Vilma Costa
In foto Vilma Costa

“Oggi le istituzioni centrali e locali sono pienamente e attivamente investite nelle strategie e politiche di contrasto e gestione della violenza contro le donne, così come i media sono più attenti a fare della comunicazione uno strumento di informazione critica sul fenomeno. Positive sinergie vedono sempre più coinvolti una pluralità di soggetti, istituzionali e del privato sociale, come testimoniato dai piani di azione contro la violenza. E sempre più aziende e confederazioni si uniscono al percorso di eliminazione di discriminazioni basate su forme di molestie e violenze sui luoghi di lavoro. Due le azioni più importanti per l’eliminazione di questa violenza: INFORMAZIONE per una sensibilizzazione sul fenomeno e una FORMAZIONE CONTINUA in tutti i settori che possano essere di interesse per eliminazione del fenomeno per un cambiamento culturale.” conclude la Costa.

UILCA: FURLAN prossimo Segretario Generale

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Come già ampiamente anticipato da Massimo Masi in vari incontri ufficiali con i Dirigenti Uilca ma anche come già raccontato nel corso delle dirette Facebook, il Segretario Generale della Uilca lascia e propone all’Esecutivo Nazionale Uilca, nella riunione del 17/11, la nomina di Fulvio Furlan già Segretario Generale aggiunto della Uilca, come suo successore. La proposta, accolta dall’Esecutivo, diventerà definitiva quando il Consiglio Nazionale, organismo che può avallare questa operazione, si riunirà in videoconferenza ed in diretta streaming su facebook il 10 e 11 dicembre p.v.

Massimo Masi era stato eletto alla guida della Uilca il 12 marzo 2008. Successivamente riconfermato il 3 ottobre 2014 per il secondo mandato ed, infine, il 9 giugno 2018 per il terzo mandato. Non ricoprirà altre cariche all’interno della Uilca e della Uil ma assumerà il ruolo di Presidente della Fondazione Elio Porino, ente che si occupa di studi economici nel mondo del credito e delle assicurazioni e promuove il valore del lavoro e dell’educazione finanziaria.

Masi: ” Gli anni passati all’interno della Uilca, e più in generale della Uil, sono stati anni preziosi, ricchi di esperienze importanti e di umanità. Lascio un’Organizzazione coesa e più forte, in grado di raggiungere nuovi importanti traguardi sotto la guida sicura del nuovo segretario generale e grazie al supporto di una Segreteria Nazionale competente, capace di fare squadra e giovane poiché composta, in gran parte, da quarantenni e cinquantenni.”

Fulvio Furlan, designato ad essere la nuova guida della Uilca, ha dichiarato: “La decisione di Massimo Masi di lasciare la guida della Uilca testimonia la sua visione per il futuro dell’Organizzazione e ci attribuisce il compito di essere all’altezza del suo operato, come sindacalista e come leader, e del suo valore umano e professionale”

Aggiunge Furlan: “per me sostituirlo rappresenta un grande onore e un impegno cui dedicherò tutte le mie capacità, forte del suo esempio, di una Segreteria unita e capace e di una Organizzazione compatta, che insieme dobbiamo continuare a rinnovare nella continuità dei valori fondanti di responsabilità, solidarietà, laicità e riformismo propri della Uil e della Uilca, al cui centro ci sono sempre le lavoratrici e i lavoratori, in primo luogo come persone”.

Fulvio Furlan ha 51 anni ed è milanese, sposato e padre di due figli, giornalista e scrittore è dirigente sindacale da 20 anni. Dal 2014 è in Segreteria Nazionale Uilca.

I risultati economici delle principali banche italiane al III trimestre 2020

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Oltre 8 miliardi e mezzo (8.532 mln) di utile contabile in meno nel III trimestre per i principali 8 istituti bancari, rispetto allo stesso periodo dello scorso anno.

Lo evidenzia il Centro Studi Uilca “Orietta Guerra – Fondazione Elio Porino” in un’analisi dei dati pubblicati dalle banche per il terzo trimestre del 2020.

La performance del settore bancario, a livello di margine operativo, nonostante questo scenario è da considerarsi soddisfacente (-7,2%), seppure in maniera differenziata tra i vari istituti.

Massimo Masi, Segretario Generale della Uilca, commenta così: “Sono tempi straordinari e ci vogliono misure straordinarie per evitare il fallimento del sistema bancario, non solo in Italia ma in Europa. Meccanismi quali il ‘calendar provisioning’ sui crediti deteriorati, che in situazione di normalità poteva avere una logica, nello scenario attuale rischia di distruggere il tessuto economico dell’Europa originando ulteriore disoccupazione e instabilità politica, in un contesto sociale già molto teso.”

Sulla necessità di modificare la norma “Calendar Provisioning” si è espresso anche Antonio Patuelli presidente dell’ABI a margine dei lavori del Comitato Esecutivo: “Occorre rendere flessibili normative pensate e decise ben prima della pandemia. Innanzitutto deve essere riformato il ‘calendar provisioning’ – le nuove norme della Bce sulle coperture dei crediti deteriorati – che tende ad irrigidire l’erogazione del credito ed a scoraggiare i prestiti bancari a imprese e famiglie in una fase in cui le Istituzioni europee ed italiane incoraggiano, invece, nuove possibilità di finanziamenti per la resilienza e il rilancio dell’economia”.

Queste norme prevedono una copertura maggiore ed anticipata per i crediti deteriorati ed nella congiuntura attuale rischiano di fare sorgere necessità di ricapitalizzazione alle banche.

In Italia, secondo le previsioni della Commissione Europea, i lockdown primaverile, e quello attualmente in corso, porteranno a una contrazione del PIL, per il 2020, del 9,9% e in Europa del 7,4%.

Questo peggioramento colpirà soprattutto il comparto dei servizi legati alla mobilità e alla socialità delle persone, la cui limitazione sono al momento l’unico “vaccino” disponibile.

Oggi è difficile stimare completamente l’impatto che la pandemia avrà nel sistema bancario perché l’emergenza sanitaria legata al Covid-19 continua ed i provvedimenti volta per volta presi dalle istituzioni per contrastarne la diffusione fanno cambiare; le mutate abitudini di spesa e di investimento, prolungate nel tempo, potranno determinare non solo un cambiamento quantitativo degli agenti economici ma anche qualitativo, come dimostra ad esempio lo smart working che ridefinisce il mercato del lavoro, impattando sul settore dei trasporti, sulla ristorazione, sul vestiario e sulla cura della persona; cambia i luoghi di lavoro e le città, riducendo gli impatti ambientali ma anche creando chiusure di attività economiche e aumentando la disoccupazione.

Roberto Telatin, responsabile del Centro studi Orietta Guerra, Fondazione Elio Porino dichiara: “Dobbiamo rivedere molti dei meccanismi che ad oggi regolano il sistema bancario, non solo nella valutazione dei crediti ma anche nelle tutele e remunerazione degli azionisti e nel ruolo che possono svolgere gli aiuti di stato nel sostenere il sistema creditizio ed economico in Europa”. Ed ancora Telatin: “Il totale degli attivi del Monte dei Paschi di Siena è pari al 70% dei fondi che dovremmo ricevere con il recovery fund: mettere in sicurezza una banca serve anche a rilanciare un paese.”

Nei primi nove mesi del 2020 le maggiori banche italiane hanno ridotto i crediti deteriorati netti di 2,9 miliardi di euro.

Tuttavia preoccupano molto le 2,7 milioni di domande di moratoria sui prestiti concesse dal sistema bancario per circa 294 miliardi di euro che alla scadenza nei prossimi mesi, con un lockdown di cui non si conosce la durata, potrebbero trasformarsi, si spera non tutti, in NPL. La riduzione o l’azzeramento dei redditi per la chiusura di imprese ed esercizi commerciali, oltre al mancato rinnovo dei contratti di lavoro o al ritardo per la cassa integrazione, non disegnano scenari positivi per il settore del credito.

Masi (Uilca): lo smart working non è un privilegio

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L’ipotesi della Deutsche Bank nasce da uno studio dei suoi analisti. Secondo il loro report, tassare lo Smart Working volontario, quindi non quello imposto come per esempio in questo periodo emergenziale, porterebbe delle risorse per finanziare sussidi a favore dei redditi bassi di coloro che non hanno la possibilità di lavorare da remoto, con lo smart working.

La tassazione dovrebbe essere del 5% sulle giornate scelte per il lavoro agile e porterebbe nelle casse statali 49 miliardi di dollari in Usa, 20 miliardi di euro in Germania e 7 miliardi di sterline in Gran Bretagna.

La proposta degli strateghi di Deutsche Bank è contenuta in un report titolato ‘Che cosa dobbiamo fare per ricostruire’, con riferimento all’era della pandemia da Covid-19.

“Le persone che possono lavorare da casa e disconnettersi da una società che richiede il contatto personale hanno guadagnato molti benefici durante la pandemia. Una tassa del 5% per ogni giorno di lavoro da casa non peggiorerebbe le condizioni del lavoratore medio rispetto a lavorare in ufficio”, si legge nel report.

Inoltre, secondo Deutsche Bank, gli “smart workers”, nelle giornate di lavoro da casa, risparmiano su spese di trasporto, di abiti, di pranzo e di cosmesi oltre che su quelle sociali in ufficio, contribuendo, quindi, in maniera minore all’economia collegata tradizionalmente in modo diretto ed indiretto alle attività di presenza.

Sempre secondo il report, i vantaggi del lavoro agile supererebbero di gran lunga i disagi come lo stress aggiuntivo al lavoro e dovuto al fatto di dovere condividere problematiche familiari in orario di lavoro.

Qualcosa di cui il report non parla sono i risparmi che le aziende ottengono dall’avere meno utenti collegati con i propri sistemi e nelle proprie postazioni come i costi di connessione, i costi di energia e di climatizzazione, di pulizia, etc.

Il sindacato non condivide questa visione.

Massimo Masi, Segretario Generale della Uilca, sostiene: “Apprendo con sgomento che lo smart working sarebbe un privilegio al punto che i lavoratori dovrebbero pagare per usufruirne. Lo sgomento diventa vera e propria rabbia quando ad avanzare una proposta del genere è addirittura una banca”

Prosegue Masi: “Voglio spiegare al gruppo Deutsche Bank che in Italia esiste lo Statuto dei Lavoratori ed esistono i sindacati, con cui vanno discusse e condivise eventuali nuove linee guida. Inoltre ricordo al gruppo che in Italia il lavoro da remoto non è una concessione della banca al personale ma un diritto dei bancari, espressamente disciplinato nel rinnovo del contratto nazionale del credito, siglato il 19 dicembre 2019, quando la crisi legata al Covid-19 ancora non esisteva”.

Nel nuovo contratto infatti è definito un articolo che disciplina il lavoro agile nel settore:

Continua Masi: “Oltre a inserire per tutto il settore linee guida comuni sullo smart working abbiamo ottenuto, primi in Italia e tra i primi in Europa, il diritto alla disconnessione, elemento fondamentale per garantire l’equilibrio tra vita lavorativa e vita personale”.

“Bene l’idea di pensare a quanti, a causa della pandemia, hanno subito e subiranno danni economici ma perché, mi chiedo, a essere penalizzati devono essere i bancari che, tra l’altro, in questi mesi di emergenza sanitaria e sociale hanno dato ampia prova di abnegazione e di responsabilità, senza mai tirarsi indietro e senza far mai mancare il proprio supporto alla comunità?”

Masi conclude: “Dovrebbero essere i manager di questa banca a tassarsi, non i lavoratori che percepiscono uno stipendio di 1.500/1.800 euro. Credevamo che la lotta di classe o le divisioni fra lavoratori fossero un retaggio culturale degli anni passati. Consigliamo alla Deutsche Bank invece del più bieco populismo di aiutare di più le pmi, le imprese artigiane, le partite Iva con erogazioni del credito piuttosto che creare pretesti e divisioni inutili e pericolose.”

Caronte&Tourist e Organizzazioni sindacali firmano accordo sulle pari opportunità

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È stato siglato nei giorni scorsi un importante accordo tra il Gruppo Caronte & Tourist e i Sindacati Confederali e di categoria per l’introduzione in azienda di “buone prassi” contro le discriminazioni di genere.

Si tratta di un primo accordo di questo tipo siglato in Sicilia, tra una grande azienda privata ed i sindacati.

Come dichiarato da Tiziano Muti Responsabile del personale della Caronte & Tourist “malgrado gli enormi passi avanti degli ultimi tempi, anche il nostro resta un ambiente fondamentalmente maschile, nel quale le politiche di genere non sono ancora la normalità” e che dunque “era certamente il caso di misurarsi coraggiosamente con l’innovazione, dando in realtà corpo ad un aspetto di ciò che Caronte & Tourist definisce Responsabilità sociale d’impresa”.

La Sicilia da sempre fanalino di coda per il tasso di occupazione femminile vede da sempre impegnate in prima linea le Organizzazione dei lavoratori. Proprio ieri in occasione della Giornata europea per la parità retributiva, la Uil ribadisce a voce alta la sua battaglia contro il divario retributivo di genere, da colmare al più presto per lasciare alle future generazioni un Paese più giusto ed equo. Si stima che in Italia le donne dovranno aspettare almeno 54 anni per ottenere la parità salariale.

Ma cosa prevede l’accordo? Concretamente verte sull’impegno ad incrementare di almeno il 10% l’occupazione femminile entro il prossimo 30 giugno 2023; di richiedere alle società terze che procederanno alle selezioni per nuove assunzioni la presenza di almeno il 40% di donne nella short list dei candidati da esaminare; ad assegnare ai dipendenti che ne hanno diritto un contributo annuo di € 500,00 per la frequenza dell’asilo nido e della scuola dell’infanzia di ciascun figlio; a concedere tre giorni di permesso retribuito una tantum ai dipendenti che ne hanno diritto per l’inserimento di ciascun figlio all’asilo nido, alla scuola dell’infanzia e alla scuola primaria; a favorire l’utilizzo dello smart working, in particolare nelle situazioni di necessità di lavoro di cura extraprofessionali.
Grande soddisfazione per la Uil Sicilia. La Coordinatrice per le Pari Opportunità Uil Sicilia Vilma Costa ha dichiarato “per rilanciare l’occupazione femminile in un settore che ha volto da sempre lo sguardo agli uomini…Che plaude anche alla possibilità per le donne imbarcate e impiegate in amministrazione di accedere a formazione e smart working, e che guarda all’accordo come ad un importante passo verso il riconoscimento delle potenzialità che spesso le donne hanno e che purtroppo non sono riconosciute”.

La Costa ha poi aggiunto “La maggior parte delle lavoratrici non ha sul lavoro vita facile e quasi sempre deve barcamenarsi tra famiglia e attività lavorativa. Un doppio carico a volte triplo se si aggiunge la cura di persone care che sempre viene delegata alle donne perché culturalmente più “adatte”. E lo smart working, incrementato in questo periodo difficile e particolare, non ha certo aiutato! Il cosiddetto lavoro agile senza vincoli di orari e spaziali che a uno sguardo superficiale potrebbe sembrare più comodo e di agevolazione per la donna, in realtà si è dimostrato qualcosa di estremamente pesante, soprattutto nel periodo del lockdown. Le donne, infatti, lavoravano senza soluzione di continuità. La Pandemia, comunque, non può fermare il nostro percorso verso un futuro che guardi a una Società dove esistano relazioni di uguaglianza, dove donne e uomini condividano lo spazio pubblico e quello privato, la carriera e la cura familiare, la partecipazione alle istituzioni e al mercato del lavoro e dove, in sostanza, le donne non abbiano meno diritti di quelli degli uomini. Con questo accordo firmato tra i Sindacati e la Caronte & Tourist, azienda che ha come dipendenti una maggioranza di presenze maschili, sicuramente incalzata dal sindacato, ma che ha ascoltato, dimostra di essere attenta e sensibile verso le sue dipendenti donne e desideri addirittura incrementarne il numero e come, quindi, si vada verso questo futuro basato sulla democrazia paritaria. Nel protocollo si sono toccati, infatti, i punti nevralgici per cercare di superare la disparità uomo-donna. Come sindacato continueremo su questo percorso che ci vede a fianco delle lavoratrici e che diventa sempre meno difficile ed arduo e sempre più condiviso nel dialogo con le aziende”.

Sicilia zona arancione, restrizioni fino al 3 dicembre

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Durante la conferenza stampa appena conclusa il premier Conte ha annunciato le restrizioni previste dal nuovo Dpcm firmato nella tarda serata di ieri, che entrerà in vigore venerdì 6 novembre fino al 3 dicembre.

L’Italia è stata divisa in 3 macro aree gialla, arancione e rossa con diversi gradi di limitazioni e chiusure a seconda dell’andamento della curva epidemiologica.

Nella zona gialla rientrano gran parte delle regioni: Abruzzo, Basilicata, Campania, Emilia Romagna, Friuli Venezia Giulia, Lazio, Liguria,Marche, Molise,Province autonome di Trento e Bolzano, Sardegna, Toscana, Umbria e Veneto.

La Sicilia insieme alla Puglia sono zona arancione. Cosa è previsto?

Il divieto di circolazione dalle 22 alle 5 del mattino, salvo comprovati motivi di lavoro, necessità e salute. Sono vietati gli spostamenti in entrata e in uscita da una Regione all’altra e da un Comune ad un altro, salvo comprovati motivi di lavoro, studio, salute e necessità. Si raccomanda di limitare gli spostamenti durante il giorno anche all’interno del proprio Comune di appartenenza.

Uscire dal proprio comune, però, è consentito per raggiungere servizi che nel proprio centro di residenza non ci sono (ad esempio i paesi senza banca).

Restano garantiti nel rispetto delle norme igienico-sanitarie i servizi bancari, finanziari e assicurativi.

Bar e ristoranti saranno chiusi 7 giorni su 7 salvo che per l’asporto che è consentito fino alle 22, mentre per la consegna a domicilio non ci sono restrizioni. Fanno eccezione gli autogrill, i punti di ristoro degli ospedali e gli aeroporti. Aperti parrucchieri e centri benessere.

Chiusura dei centri commerciali nei giorni festivi e prefestivi ad eccezione delle farmacie, parafarmacie, punti vendita di generi alimentari, tabaccherie ed edicole al loro interno.

Riduzione fino al 50% per il trasporto pubblico, ad eccezione dei mezzi di trasporto scolastico.

Sospensione di attività di sale giochi, sale scommesse, bingo e slot machine anche nei bar e tabaccherie.

Restano chiuse piscine, palestre, teatri e cinema. Rimangono aperti i centri sportivi con possibilità di esercitare sport individuali e all’aperto.

Resta invariato il modello sulle scuole: la didattica a distanza si applicherebbe obbligatoriamente alle sole scuole superiori, con la possibilità di proseguire invece in presenza fino alla terza media. 

Ulteriori restrizioni per le Regioni zona Rossa: Calabria, Lombardia, Piemonte e Valle d’Aosta.

 

Arriva il nuovo Bonus Sicilia: domande dal 9 al 16 novembre

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Dopo il fallimento del click day per il bando della Regione Sicilia per le misure a sostegno del sistema produttivo colpito dall’emergenza Covid-19 con un contributo a fondo perduto destinato alle microimprese siciliane dei settori maggiormente colpiti, sono state rese note le nuove modalità di accesso agli aiuti.

Con un nuovo avviso pubblico emanato dalla Regione sono state modificate le modalità di accesso.

Nessuna giornata dedicata, ma il contributo sarà uguale per tutti e versato direttamente sul conto corrente.

La dotazione finanziaria è di 125 milioni di euro, a sostegno delle imprese che a causa del periodo di sospensione delle attività dato dal lockdown hanno visto una riduzione di fatturato.

Questi finanziamenti rientrano nel Piano Covid presentato nelle scorse settimane dalla Regione Siciliana.

Il contributo a fondo perduto, fino a un massimo di 3.500 euro per ciascuna impresa richiedente, è concesso con una procedura semplificata, attraverso la piattaforma informatica dedicata SiciliaPEI (https://siciliapei.regione.sicilia.it). Lo sportello per la compilazione e trasmissione delle istanze resterà aperto dalle ore 12 del 9 novembre fino alle ore 11.59 del 16 novembre 2020.

Potranno farne richiesta tutte le aziende rientranti nelle categorie delle microimprese artigiane, commerciali, industriali e di servizi e le microimprese alberghiere, con sede legale o operativa in Sicilia, che abbiano subito una contrazione di fatturato di almeno il 25% e che siano in regola con il pagamento dei contributi Inps Inail e Cassa edile.

 

 

Smart Working emergenziale. Gradito alle aziende o ai lavoratori?

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A fine settembre la Uilca Sicilia ha chiesto ai bancari isolani alcune riflessioni sullo smart working, così impropriamente chiamato poiché con pochi elementi di affinità con quello concepito dalla legge 81 del 2017 oltre che con quello descritto nel nuovo Contratto Nazionale del Lavoro del Credito di dicembre 2019.

Una modalità di lavoro da remoto regolamentata dai DPCM e dai protocolli tra le OO.SS. e l’ABI per contenere la trasmissione dei contagi nel corso di questo periodo di emergenza sanitaria che non sarà facilmente dimenticato.

Le affinità con la modalità di lavoro agile descritto nelle norme si riducono al fatto che si lavora da casa e che si usano risorse proprie come l’energia elettrica, la climatizzazione, le connessioni in rete casalinghe oltre all’arredo (a volte scomodo e dannoso) e spesso strumenti personali come pc, monitor, mouse, etc.

Inoltre, va segnalata, come qualche intervistato ha fatto, la carenza di strumenti di produzione professionali (stampanti, scanner, fax e apparati telefonici adeguati) per potere agevolare la produzione dei risultati richiesti.

Tra le differenze più marcate elenchiamo la frequente mancanza di volontarietà di rimanere a casa, la mancanza del diritto di disconnessione, il numero massimo di giorni mensili (10 in quello normato, tutti i giorni o ogni volta che serve, in quello emergenziale), la mancanza di formazione dei responsabili/coordinatori che si traduce in una malcelata insofferenza per la gestione di risorse da remoto e spesso nell’ incapacità di valutare il lavoro del subalterno senza poterlo vedere in presenza, la durata dei giorni in lavorazione a distanza.

Inoltre, i lavoratori da remoto, perdono i contatti con i colleghi, con i responsabili ed anche la possibilità di avere le necessarie tutele sindacali.

In tutto questo, dalle risposte ricevute, si evince come le aziende abbiano trovato, probabilmente, un ristoro economico in questa esigenza poiché hanno negato lo smart working emergenziale soltanto al 6% circa degli interessati possibilmente per motivi di ruolo o funzione.

L’indagine è stata effettuata fornendo un questionario editabile in posta elettronica.

Di contro hanno registrato un beneficio/risparmio il 63% circa degli intervistati e la stessa percentuale rappresenta chi ha denunciato disagi nella gestione del lavoro da casa.

La ricezione di qualche centinaio di questi questionari compilati con le risposte ad una decina di domande oltre a quelle caratterizzanti (fascia di età, genere, ruolo, inquadramento) dà un aspetto ben definito alla sensibilità dei partecipanti all’indagine.

Hai riscontrato benefici in termini economici? (carburante, parcheggio, etc.)
Hai riscontrato disagi? (spazi insufficienti, mancanza di concentrazione, peggioramento dei rapporti familiari, etc.)


Tra chi ha comunicato la fascia d’età d’appartenenza, hanno risposto molti dipendenti tra i 50 ed i 60 anni anche a dimostrazione dell’elevamento dell’età media degli addetti nel settore.

L’80% dei partecipanti ha un ruolo commerciale. C’è da notare che, in Sicilia, ruoli di ufficio centrale ne esistono pochi per l’altro problema cogente dello spostamento delle direzioni generali verso il nord.

Per gli inquadramenti, ripartizione quasi alla pari delle risposte tra quadri direttivi (53% circa) ed appartenenti alle aree professionali (47% circa).

Hanno dichiarato di lavorare di più da casa il 61% e, nonostante disagi, mancanza di diritto alla disconnessione ed altre limitazioni, oltre il 65% continuerebbe a lavorare da casa.

Prima di leggere il nostro comunicato ti era chiara la definizione di smart
working?
Inquadramento
Genere
Ritieni di aver lavorato più che in ufficio?
(gestione pause e tempi di lavoro, richieste di lavoro al di fuori degli orari contrattuali)
Ruolo Aziendale

Giuseppe Gargano, Segretario Generale Uilca Sicilia,  ha così commentato i dati: Probabilmente una nuova regolamentazione della materia farebbe più felici tutti.

Vogliamo, innanzitutto, ringraziare le lavoratrici ed i lavoratori che hanno aderito numerosi alla iniziativa della UILCA Sicilia. L’importante numero di questionari pervenuti conferma che abbiamo toccato un argomento rispetto al quale, nel nostro settore, emerge una forte sensibilità. Le riflessioni politiche sull’esito dell’indagine non potranno prescindere da alcuni dati molto significativi. 1. Circa il 61% ha dichiarato di lavorare più che nella normalità dei tempi di lavoro in presenza fisica, e ciò confligge con le regole sulla disconnessione stabilite nel nuovo CCNL dei bancari. 2. Il risparmio delle aziende non è esattamente coincidente con i costi sostenuti dalle lavoratrici e dei lavoratori, ma è certamente superiore. Una “restituzione” dei risparmi aziendali a chi ha sostenuto costi o disagi ed a chi opera in prima linea non ci sembrerebbe scandalosa ed anzi la riterremmo un “atto dovuto”. 3. Nonostante i costi sostenuti ed alcuni disagi, circa il 65% continuerebbe a prestare l’attività lavorativa in “home working emergenziale”.  – Tali dati confermano l’esigenza di realizzare un impianto di norme, con l’auspicio che  possa essere soltanto transitorio e che  la pandemia diventi presto solo un ricordo, capaci di dare regole precise, omogenee ed univoche nel settore al fine di contrastare la deregulation normativa riscontrata.

Hai utilizzato supporti o servizi personali ed hai sostenuto dei costi?
(ad esempio, linea telefonica, PC personale, climatizzazione)
Tale modalità di lavoro ha determinato cambiamenti nella tua vita relazionale o
problemi di salute?
Hai riscontrato l’insofferenza dei capi servizio o dei colleghi ed una scarsa
considerazione di tale modalità lavorativa?
Temi un allontanamento definitivo dal luogo di lavoro?
Continueresti a lavorare da casa nonostante le criticità evidenziate?
Complessivamente ritieni maggiori i costi/disagi o i
risparmi/benefici?

Catania: vertenza Uiltucs per i lavoratori di Ideal Service

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Presidio Uiltucs presso Ikea Catania

Continua la protesta dei lavoratori della “Ideal service”, l’impresa di pulizie che opera all’interno dei locali di Ikea di Catania. L’oggetto della vertenza è l’insistenza da parte dell’azienda nel proporre la riduzione delle ore contrattuali per gli oltre 30 precari in servizio.

La Uiltucs da sabato 17 e per tutti i fine settimana protesterà con lavoratrici e lavoratori dinanzi al centro commerciale nella Zona industriale.
 “Contestiamo – spiega il segretario generale dell’organizzazione di categoria, Giovanni Casa – la inspiegabile e illogica scelta aziendale di tagliare ore a chi già ne svolge in media settimanalmente appena 15 ma, contraddittoriamente, viene spesso chiamato a turni di straordinario. Restiamo sempre disponibili a un confronto, ancor più se in sede istituzionale con la mediazione dell’assessorato regionale al Lavoro, ma allo stato attuale lo sciopero resta l’unica risposta possibile all’ostinazione dei vertici di Ideal Service su una posizione inaccettabile che, peraltro, penalizza anche la stessa Ikea assicurando prestazioni minori in un comparto essenziale ancor più adesso che si impongono continue attività di sanificazione anticontagio”.

Presidio Uiltucs presso Ikea Catania

 

Bonus Sicilia alle microimprese: fallito il click-day cosa accadrà

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Nelle scorse settimane è stato pubblicato il bando della Regione Sicilia per le misure a sostegno del sistema produttivo colpito dall’emergenza Covid-19 con un contributo a fondo perduto destinato alle microimprese artigiane, commerciali, industriali, di servizi e alberghiere.

La dotazione finanziaria di 125 milioni di euro si pone l’obiettivo di fornire liquidità alle aziende più piccole per compensare la contrazione del fatturato causata dall’emergenza covid-19.

L’agevolazione, fino a un massimo di 35 mila euro, doveva venire concessa attraverso una procedura semplificata sulla piattaforma informatica dedicata SiciliaPei. Ma qualcosa non ha funzionato e così dopo un primo click day fallito e un altro rinviato, è nata una diatriba che probabilmente finirà per le vie legali tra la Regione Sicilia e la Società Tim spa fornitrice del servizio. Il risultato è che le aziende aventi diritto non hanno ancora potuto farne richiesta.

Abbiamo chiesto scusa alle imprese siciliane nonostante non si trattasse di una colpa imputabile a noi – ha commentato l’assessore regionale alle Attività Mimmo Turano- adesso bisogna trovare la soluzione e l’amministrazione pensa a una modifica dei criteri per accedere agli aiuti in maniera tale che nessuna impresa possa rimanere esclusa. Si parte dal bacino di aziende che si erano registrate in maniera positiva sulla piattaforma della Regione per potere dare a ciascuno qualche cosa”.

Saranno pubblicati dei correttivi al bando che permetteranno a tutte le aziende di accedere ai ristori economici previsti dalla Regione. “Il bando – ha continuato Turano – rimane quello che è cambia la modalità che non sarà più il click day per garantire il ristoro alle imprese.”

 

Come preannunciato nei giorni scorsi, il presidente Musumeci ha costituito un collegio ispettivo per accertare eventuali responsabilità sul flop del click day relativo all’accesso alla piattaforma.

Ha nominato dirigenti interni dell’amministrazione regionale e anche “soggetti esterni” al fine “di verificare le procedure previste per la concessione dei contributi” sul Bonus Sicilia e “la relativa gestione.

Musumeci ha anche scritto, come si apprende, una lettera riservata, molto dura, con la quale esprime il proprio “disappunto” su quanto avvenuto, a due dirigenti generali. I destinatari delle lettere sono i dirigenti generali dell’Arit e delle Attività produttive della Regione Siciliana, Vincenzo Falgares e Carmelo Frittitta.

Il collegio ispettivo è formato da Giovanni Bologna, che avrà “funzioni di coordinatore delle attività del Collegio”, e dai docenti Giacomo Gargano e Giuseppe Lo Re. I tre professionisti hanno adesso dieci giorni di tempo per “l’assolvimento dell’incarico”.

Nel decreto il Governatore Musumeci ricorda i “disservizi creati alle imprese” dopo “la sospensione e l’annullamento della procedura” e le conseguenti “ripercussioni sull’immagine dell’amministrazione regionale”. Il Governatore ritiene che “è necessario procedere con una apposita attività ispettiva alla verifica delle cause che hanno determinato la richiamata sospensione e annullamento della procedura di ricezione delle istanze prevista per l’avviso pubblico Bonus Sicilia”.

 

Uilca Sicilia News