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Tripodi Uil Messina : Preoccupazione per i lavoratori

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“L’approvazione, da parte del Consiglio comunale, del piano “Ammazza Messina” proposto dal sindaco De Luca è una pessima notizia per i lavoratori, per la società messinese e per il futuro della nostra città. Infatti, nonostante le modifiche apportate da alcuni emendamenti, la cornice economico-finanziaria del testo approvato dall’aula rappresenta, sic et simpliciter, la realizzazione della paventata macelleria sociale che colpirà una vastità di lavoratori messinesi”

Ad esprimere grande preoccupazione per il futuro della città dello stretto è il Segretario Generale della Uil Messina Ivan Tripodi.

Il piano “Salva Messina” approvato dal consiglio comunale con 20 voti a favore, 6 contrari e due astenuti, prevede anche la riduzione dei posti di lavoro specie nel settore dei servizi sociali. Il sindaco Cateno De Luca, che dopo soli tre mesi di mandato aveva minacciato le dimissioni poi ritirate, si è scagliato in particolar modo contro il sistema delle cooperative operanti nel settore, e non ha risparmiato nemmeno i sindacati da accuse di malaffare e ruolo attivo nella malagestio della cosa pubblica.

Dura la risposta dei rappresentanti dei lavoratori che hanno abbandonato il tavolo di confronto minacciando lo stato di agitazione generale.

(Fonte lasicilia.it)

La risposta sindacale, che non si è fatta attendere, passerà anche dalla mobilitazione. Come si legge nel comunicato stampa rilasciato dalla Uil Messina “A seguito delle dichiarazioni diffamatorie di De Luca, la linea di difesa del mondo del lavoro e dei lavoratori e lo stato di mobilitazione cittadina culminerà con una grande manifestazione e lo sciopero generale delle partecipate per ribadire un chiaro e forte NO alla macelleria sociale voluta dal sindaco.”

 

A tu per tu con … Federico Sinopoli, responsabile Affari Legali della UILCA Sicilia

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Dopo l’acquisizione e l’incorporazione da parte di Intesa San Paolo di Banca Nuova in Sicilia, quanti sportelli sono stati chiusi e quanti si prevede chiuderanno?

La Banca ha proseguito nella politica di chiusura e accorpamento degli sportelli, in Sicilia come altrove. Alcune piazze (es. Caltagirone: da 3 a 1) hanno visto una razionalizzazione pur mantenendo la presenza sul territorio, altre hanno visto l’Istituto ritirarsi definitivamente, “camuffando” il ritiro dal territorio con accorpamenti verso piazze limitrofe. Circa il 60% degli sportelli Banca Nuova è stato chiuso: in molti casi per manifesta sovrapposizione con le agenzie ISP. Anche qui, alcuni disagi: l’utilizzo di locali già al limite della sufficienza senza radicali interventi di logistica e ristrutturazione, ha reso meno fruibili gli spazi; in particolare gli spazi di attesa e la riservatezza 

sono state spesso scarsamente considerate.”

 Cattive pratiche commerciali. ISP come si comporta? Vengono rispettati il work-life balance, il diritto di disconnessione, l’etica commerciale come da accordo aziendale? Ci sono casi di “aggressioni” verbali o altro ai collaboratori da parte di quadri intermedi?

“Bisogna dire il linguaggio – prima spesso aggressivo e sfilacciato, se non proprio volgare – si è fatto più ragionevole. L’avvio nel contratto di II livello precedente di un riconoscimento normativo del fenomeno, ha limato i picchi più ruvidi delle pressioni ma, ancora molti capi area interpretano il ruolo con sostanziali pressioni sui direttori, proponendo monitoraggi e “game” estemporanei, chiedendo reportistiche quotidiane o più frequenti che, a  caduta, molti direttori ribaltano sui collaboratori.

Il problema più grave è che gestori o direttori non capiscono che la priorità attribuita all’attività commerciale a scapito degli obblighi normativi provoca un’indebita assunzione di rischio da parte dei colleghi.

Il mancato raggiungimento del budget non è mai sanzionabile disciplinarmente

Il mancato o incompleto rispetto di obblighi normativi può dar luogo ad azioni sanzionatorie anche gravi.

L’azienda, in tal modo e subdolamente, scarica sul dipendente il rischio di impresa, “creando” dal nulla spazi e tempi di lavoro in cui, formalmente, essa non attribuisce alcuna manleva da attività obbligatorie, bensì è il dipendente che, autonomamente, sceglie di venir meno agli obblighi normativi.

Dobbiamo creare, specie nei più giovani, una coscienza normativa verso la quale le aziende non preparano più i dipendenti, chiamati solo a sviluppare o le dinamiche di vendita o la conoscenza di prodotti.”

Quante contestazioni, quante volte vengono coinvolte le OO.SS. e qual’è il rapporto esiti positivi/quantità contestazioni.

“Negli ultimi anni l’insistenza delle contestazioni disciplinari si è infittita e ha assunto anche perimetri e formalità nuove.

Innanzitutto è invalsa l’abitudine di aggiungere alla contestazione del singolo fatto una serie di piccoli particolari privi di relazione con il fatto.

In tutto questo troppi colleghi ancora vivono l’iter disciplinare come un’onta di cui vergognarsi e, spesso, provvedono agli atti formali in autonomia, non conoscendone le implicazioni e, quindi, precludendosi eventuali azioni di tutela.

L’Azienda si assicura in tal modo, mani libere perché la risposta oltre i termini ha inefficacia giuridica e libera completamente il datore di lavoro dall’esame oggettivo delle giustificazioni addotte.

Con questi presupposti, il rapporto contestazioni/sanzioni effettivamente comminate è al 100%.

Un settore, questo, in cui sia la contrattazione nazionale sia quella di II livello dettano pochissime e vaghe regole generali, si deve puntare a trasferire sostanzialmente le garanzie di legge a tutela dei lavoratori, facendo capire alle Banche che i diritti del cittadino verso la giustizia e il giusto processo non si fermano davanti al portone della Banca.”

RISCOSSIONE SICILIA – In trepida attesa

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  • I dirigenti sindacali delle sigle del comparto del credito e delle esattorie in Sicilia si sono riuniti per pianificare azioni comuni volte alla salvaguardia dei circa 700 posti di lavoro in Riscossione Sicilia; tra queste la proclamazione dello stato di agitazione ed una giornata di sciopero per il 31 ottobre prossimo.

Nella seduta pubblica dell’ARS dell’11/10 il Presidente Musumeci ha preso l’impegno di non mettere in liquidazione la società degli esattoriali in Sicilia il 31/12 per l’utilità del servizio di esazione e per la salvaguardia dei posti di lavoro.

Intanto, però, i lavoratori non hanno ancora un Contratto Nazionale come invece gli altri esattoriali in Italia

Su questi problemi abbiamo sentito Enrico Pellegrino, leader storico UILCA degli esattoriali in Sicilia.

 

Cosa è avvenuto dopo l’attivo regionale dei dirigenti sindacali del comparto esattoriali?

 Un primo importante risultato è stato quello di riunificare il tavolo sindacale. Era presente il Segretario Generale UILCA Sicilia Gargano. Tutti i presenti hanno concordato sulla necessità di procedere uniti alla luce dell’assenza di provvedimenti del governo regionale. Per questo motivo è stato proclamato uno sciopero per il 31/10/18 che speriamo non sia necessario. Ma se non verrà fatto il CDA in tempi brevi, lo sciopero sarà confermato.

 

Ci sono stati sviluppi dopo le rassicurazioni del Presidente circa il futuro dell’esazione in Sicilia e della conservazione dei posti di lavoro?

Il Presidente della Regione ha dichiarato che per i lavoratori di Riscossione Sicilia non ci saranno problemi. Questa assunzione di responsabilità fa onore al Presidente oltre che piacere a noi, evidentemente. Ciò non elimina le preoccupazioni dei lavoratori e delle OO.SS. visto il rinvio della firma/ratifica del Contratto Nazionale, non solo per motivi economici ma affinché i lavoratori si ritrovino dopo il prospettato passaggio in Agenzia delle Entrate con egual dignità rispetto gli altri esattoriali del resto d’Italia..

 

Quindi il passaggio in Agenzia delle Entrate è scontato?

Con la legge attuale dovrebbe essere certo questo passaggio. L’indicazione del Presidente ha confermato questa operazione con soddisfazione dei lavoratori e delle OO.SS. Ma la politica deve ratificarla per cui siamo in attesa che “Roma” o “Palermo” decidano. La situazione non è ben decifrabile.

 

Oltre alla data dello sciopero programmato, quali altri appuntamenti vi siete dati soprattutto col Presidente della Regione?

Purtroppo non ha dato nessuna scadenza. Insieme al Segretario Generale, Gargano, abbiamo reiterato la richiesta di un incontro con il Presidente, ma ancora non abbiamo ricevuto alcuna convocazione.

Più donne in Cda più reddito

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Dal quaderno Consob “Gender diversity e performance delle società quotate in Italia” che analizza tutte le aziende quotate in borsa dal 2008 al 2016, emerge un risultato che dà forza a quanto previsto dalla legge 120 del 2011.

Questa, infatti, impone le donne nei CDA di queste società.

Per potere avere effetto questa “dotazione” necessita di una consistente presenza femminile nei consigli societari, una massa critica minima che genera vari effetti positivi: riduzione dell’età media, aumento della diversità del livello di istruzione, differenziazione delle competenze professionali.

Secondo lo studio di Consob, il ROE aumenta di 17 punti se nei CDA si passa dal 30% al 40% di donne.

Secondo i dati pubblicati da Eurostat-Istat su “La vita degli uomini e delle donne in Europa”, nelle aziende esistono differenze retributive orarie tra donne ed uomini a sfavore delle prime per vari motivi, tra i quali, segregazione di genere occupazionale.

Infatti nei settori/occupazioni con retribuzioni più alte, ci sono più uomini che donne mentre si assottigliano le differenze nei settori dei servizi e del commercio dove si registrano salari più bassi.

Le differenze retributive orarie pongono l’Italia al terzo posto in Europa con il 5,5% in meno di retribuzione oraria per le donne (Eurostat-Istat).

Se ci soffermiamo, invece, sul gap delle retribuzioni lorde annue, rileviamo il 50° posto in una classifica mondiale tra 114 nazioni analizzate con una differenza di genere del 12,7%, circa 3.000 € lordi anno (Gender Gap record 2017 dell’ Osservatorio JobPricing).

(fonti ANSA.IT e La Repubblica.it)

Dalle parole ai fatti per Riscossione Sicilia

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Il Presidente della Regione Siciliana, Nello Musumeci, in occasione della seduta pubblica tenutasi l’11 ottobre, ha posto tra i temi all’ordine del giorno la “questione” Riscossione Sicilia s.p.a. rassicurando i dipendenti sulla tutela del loro posto di lavoro.

A seguito delle  affermazioni del Governatore della Regione Siciliana, in cui lo stesso si è espresso positivamente sulla salvaguardia dei posti di lavoro del personale altamente qualificato, sottolineando che anche in assenza di accordo tra Stato e Regione la società non andrà in liquidazione data l’importanza del servizio di Riscossione, Giuseppe Gargano – Segretario Generale UILCA Sicilia ed Enrico Pellegrino – leader storico della UILCA in Riscossione Sicilia hanno  dichiarato :

“Prendiamo atto della posizione del Governatore, ma continueremo a tenere altissima l’attenzione sulle prossime dinamiche che interesseranno Riscossione Sicilia, a tutela dei circa 700 lavoratori interessati ed a garanzia di un servizio importantissimo come l’esazione.

 Alle parole dovranno seguire i fatti perché la Regione deve tempestivamente mettere in atto quanto è stato affermato dal Presidente, a partire dalla definizione del nuovo Consiglio di Amministrazione e dalla firma del CCNL di categoria”.

Di pressione… si può morire. – Intervista a Giuseppe Gargano Segretario Generale UILCA Sicilia

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Nonostante l’accordo in ABI sulle politiche commerciali e gli accordi siglati nelle varie aziende dalle strutture sindacali, quello delle pressioni commerciali è un problema che miete molte vittime ancora.

La UILCA Sicilia sta conducendo un’indagine tra i lavoratori delle banche nell’isola per rilevare in quale banche ed in quali territori il fenomeno deve essere denunciato alle autorità competenti.

 

Mattone – DIGNITA’ al Lavoro

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Il 12 Agosto 2018 è entrato in vigore il decreto-legge 87 del 12 luglio 2018 recante disposizioni urgenti per la dignità dei lavoratori e delle imprese, meglio noto come “Decreto dignita”.

Tra le novità introdotte alcune riguardano i lavoratori in somministrazione e la durata dei contratti a tempo determinato. Più specificatamente la norma prevede che “al contratto di lavoro subordinato può essere apposto un termine di durata non superiore a dodici mesi”, questo a superamento di quanto previsto dal Jobs Act dove la durata massima dei contratti a tempo determinato poteva avere un limite di 36 mesi.
Abbiamo chiesto a Giancarlo Mattone, segretario Nazionale della Uiltemp, cosa accadrà a questi lavoratori:

Troppo presto per fare valutazioni di merito e/o politiche in relazione al decreto. È certo che la norma, come altre che hanno disciplinato il mercato del lavoro italiano, si presta a diverse interpretazioni che solo la prassi quotidiana e la giurisprudenza potranno avvalorare. L’intento dichiarato dal Legislatore é quello di combattere la precarietà e ridare dignità al lavoro. Anche in questo caso, sarà necessario aspettare e valutare le conseguenze delle discipline normativa nel nostro orientamento giuridico. In base ad una prima impressione, è probabile che il decreto determinerà un aumento delle assunzioni a tempo indeterminato: l’introduzione delle causali per il tempo determinato, il maggiore costo dei rinnovi, la stretta sulle percentuali del contingentamento, porterà con molta probabilità alla realizzazione dell’intento dichiarato dal Legislatore, tuttavia per una corretta valutazione bisognerà comparare le assunzioni effettuate con contratti di lavoro a tempo indeterminato, con le cessazioni di contratti a tempo determinato. Soltanto qualora il rapporto tenderà quantomeno ad essere uguale potremmo ritenere realizzato l’intento legislativo.

Proprio in questi giorni la Uiltemp è impegnata nel tavolo delle trattative per il rinnovo del CCNL per la categoria delle agenzie di somministrazione di lavoro, con un mondo del lavoro in continua evoluzione e tenuto conto del mutato scenario legislativo quali sono i temi principali che state affrontando per il rinnovo del contratto?

La continuità lavorativa e di salario, l’effettiva applicazione del principio di parità di trattamento ed un sistema formativo di riqualificazione professionale effettivamente rispondente alle aspirazioni, alle aspettative ed alle capacità dei lavoratori coinvolti, insieme ad una compiuta ridefinizione del sistema di politiche attive e passive del lavoro, continuano ad essere priorità indispensabili in un contesto contrattuale, quale quello della somministrazione di lavoro. A fronte di contenuti normativi talvolta avanguardistici, si registra la presenza di settori nei quali la negoziazione tra le parti risulta essere fondamentale ai fini di una compiuta rivisitazione del contenuto del contatto collettivo, anche e soprattutto a seguito delle recenti novità legislative introdotte dal Decreto Dignità. La piattaforma contrattuale presentata dalle Oo.Ss. di settore, ormai due anni addietro, prevedeva già diversi spunti poi ripresi dal “Decreto Dignità”, probabilmente una più celere definizione del percorso negoziale avrebbe portato ad anticipare alcune novità poi introdotte con la legge 96/2018.

Riscossione Sicilia. Mobilitazione vicina

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Oggi si è tenuto a Palermo una riunione dei Dirigenti Sindacali degli Esattoriali UILCA Sicilia per discutere della situazione di Riscossione Sicilia SpA.

Alla riunione era presente la Segretaria Nazionale UILCA comparto esattoriali, Giovanna Ricci ed il Segretario Generale UILCA Sicilia Giuseppe Gargano.

 

 

L’Attivo dei Dirigenti Sindacali ha prodotto un Ordine del Giorno col quale ha stigmatizzato la carenza di interventi risolutori definitivi a garanzia del sistema di esazione in Sicilia ed a garanzia dei lavoratori di questa azienda anche in considerazione della scadenza del 31/12/18, data in cui per provvedimento di legge, sarà liquidata Riscossione Sicilia.

I dirigenti sindacali della UILCA hanno deciso di esperire tutto quanto necessario per realizzare la piena unità sindacale per presentarsi insieme alle altre sigle più forti ai tavoli negoziali.

Saranno convocate assemblee dei lavoratori nelle quali sarà presa in considerazione la dichiarazione di stato di agitazione ed anche altre azioni utili a tutelare i lavoratori.

Contattato telefonicamente il Segretario Generale UILCA Sicilia Giuseppe Gargano ha così commentato la situazione:

“Abbiamo bisogno di garanzie certe per i lavoratori di Riscossione Sicilia. Dopo le dimissioni del CDA del “dopo Fiumefreddo”, e la nomina del nuovo CDA proposto da Musumeci  e soltanto parzialmente passato in Commissione Affari Istituzionali dell’ARS con due “bocciati” su tre, resta il problema vero: la data del 31 dicembre in cui è previsto che Riscossione Sicilia sarà posta in liquidazione. La politica giochi pure con la politica e con gli affari di partito, ma non può permettersi di giocare con 700 posti di lavoro! I dirigenti sindacali UILCA Sicilia, perciò, hanno deciso di avviare un percorso di “tensione” costante sulla questione, dalle assemblee dei lavoratori che proporremo alle altre organizzazioni sindacali fino alle azioni di lotta a tutela dei dipendenti. Non risparmieremo l’utilizzo di alcuno strumento a nostra disposizione, perché la posta in gioco è altissima: oltre al servizio di esazione, è a rischio la vita di 700 famiglie..”

Quanto le “PRESSIONI COMMERCIALI” incidono sulla salute dei lavoratori bancari?

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A porsi questa domanda è il segretario Generale della Uilca Sicilia Giuseppe Gargano che in una lettera aperta del 21 settembre 2018 afferma che “Ormai da tempo sentiamo parlare e leggiamo di “mal di budget” o di “mal di banca”, soprattutto a

seguito delle dichiarazioni del Dipartimento di Medicina del Lavoro di Pisa, secondo il quale ogni cento lavoratori stressati venti sarebbero bancari, e della Sapienza di Roma, secondo la quale l’82% dei lavoratori bancari soffrirebbe d’ansia.

[…]La formazione del middle management appare carente, perché propinata solo per finalità commerciali ma non nell’ottica del rispetto dei lavoratori e delle norme di legge e di CCNL. Anche il rispetto degli orari di lavoro sembra “dimenticato” in un contesto governato dalla centralità degli obiettivi.

Quest’ultimo argomento potrà essere trattato in sede di rinnovo del CCNL, per ricondurre il lavoro nell’ambito degli orari contrattualmente previsti.”

La Uilca Sicilia non è nuova nell’affrontare tematiche relative alla Salute dei lavoratori bancari, categoria quest’ultima che negli ultimi anni ha dovuto affrontare una vera e propria rivoluzione tra riduzione degli organici, fusioni tra banche e crisi aziendali. D’altronde il rischio stress lavoro correlato è stato normato anche dal d.lgs. 81/2008 e s.m.i., e obbliga i datori di lavoro a valutare e gestire questo rischio al pari di tutti gli altri rischi, in recepimento dei contenuti dell’Accordo europeo del 2014 (fonte Inail).

Nel maggio 2011 anche il Dipartimento di medicina, epidemiologia, igiene del lavoro e ambientale si è espresso sull’argomento sviluppando una Metodologia di valutazione e gestione del rischio stress lavoro-correlato e pubblicato una specifica piattaforma online utilizzabile dalle aziende per individuare e contrastare quelle che possono essere definite come nuove forme di patologie da lavoro, non di facile individuazione ma sempre più presenti e preoccupanti dal punto di vista socio-sanitario.

Quale futuro per lo SMART WORKING?

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Non è soltanto lavorare in spazi esterni all’azienda. Secondo il Ministero del Lavoro e delle politiche sociali, “lo Smart Working (o Lavoro Agile) è una modalità di esecuzione del rapporto di lavoro subordinato caratterizzato dall’assenza di vincoli orari o spaziali e un’organizzazione per fasi, cicli e obiettivi, stabilita mediante accordo tra dipendente e datore di lavoro; una modalità che aiuta il lavoratore a conciliare i tempi di vita e lavoro e, al contempo, favorire la crescita della sua produttività”.

Il fenomeno non interessa soltanto la conciliazione dei tempi privati e di lavoro:

Per l’osservatorio “smart working” del Politecnico di Milano (11 ottobre 2017), nelle aziende che applicano progetti di smart working ben organizzati, la produttività pro capite aumenta del 15%.

In Italia ci sono 5 milioni di potenziali “smart worker” ma attualmente sono “soltanto” 305 mila; prevedendo un incremento fino al 70% dei possibili lavoratori flessibili, l’aumento di produttività a livello sistema sarebbe di 13,7 miliardi di euro l’anno.

I lavoratori interessati ridurrebbero la propria mobilità di 40 ore all’anno con una sola giornata a settimana di smart working non muovendosi da casa ed ottenendo anche una sensibile riduzione di emissioni di CO2 pari a 135 kg anno.

In Italia la tipologia di lavoro è stata normata dalla legge n. 81/17 che, nell’ambito del jobs act, prevede per questa tipologia di lavoratori le stesse condizioni economiche e assicurative previste per gli impiegati che operano in ufficio.

Le banche hanno scoperto già da tempo tale possibilità e molte aziende attuano questa organizzazione attraverso l’applicazione di accordi sindacali di II livello. Tra i più importanti quelli sottoscritti da UBI Banca, Banca Intesa, Unicredit e Crédit Agricole.

Uilca Sicilia News