Siamo ai titoli di coda. Lo Stato dovrà vendere ai privati il Monte Paschi entro fine anno, come imposto dalla Unione Europea.
Nel corso della gestione dello Stato, la Banca si è trasformata da patata bollente a disastro annunciato, avendo perso valore su tutti gli indici di bilancio, sulla quotazione in borsa e sulle masse amministrate.
La soluzione più probabile sembra essere la cessione ad Unicredit che vorrebbe acquisire, però, gli asset più produttivi. Ciò aprirebbe tanti fronti critici non ultimo quello degli sportelli in Sicilia.
Nella nostra terra sono presenti 95 succursali, frutto di varie acquisizioni negli anni da parte dell’Istituto senese di banche siciliane. La banca è la terza nell’isola dopo Unicredit e Intesa San Paolo.
Si prevedono 200 esuberi almeno sui 1000 dipendenti attuali.
“No a soluzioni frettolose per i lavoratori e gli sportelli del Monte dei Paschi in Sicilia – dichiarano Gino Sammarco, dirigente Uilca e responsabile economia e finanza Uil Sicilia e Claudio Barone, segretario generale Uil Sicilia. Dai rumors raccolti sembrerebbe che le filiali siciliane potrebbero essere destinate alla Banca Popolare di Bari, Gruppo Mediocredito Centrale, posto che Unicredit, avendo già una presenza diffusa in Sicilia, non ha alcun interesse commerciale ad acquisire le filiali di Monte Paschi, la cui sovrapposizione geografica stimolerebbe certamente un intervento dell’Antitrust sul controllo della concorrenza in materia creditizia“.
“Tutto ciò drammaticamente creerà gravi problemi di esubero di personale e di mobilità per i lavoratori e le loro famiglie che il sindacato gestirà con la massima attenzione. Non vorremmo che si perpetrasse un’ulteriore chiusura di sportelli bancari lasciando così tanti altri comuni senza un’agenzia, continuando quel processo di desertificazione del tessuto creditizio isolano che gravemente ostacola la ripresa delle piccole imprese e crea disagi alle famiglie. Lo spettro dell’usura, peraltro, in questo contesto incerto, aleggia sulle categorie più deboli e non solo praticando tassi anche superiori al 100% ed acquisendo alla fine le piccole attività commerciali.
Tanti gli esuberi che dovranno essere gestiti esclusivamente su base volontaria, almeno 200 in Sicilia, e che toccheranno i lavoratori più vicini alla pensione.”
Sammarco e Barone dichiarano tra l’altro che “il sindacato utilizzerà tutto il proprio peso affinché questo delicato momento non abbia conseguenze sui lavoratori, sulle loro famiglie e sul già fragile tessuto economico siciliano.”
Nei giorni scorsi, Fulvio Furlan, segretario generale Uilca, ha dichiarato:
“Le parti istituzionali hanno il dovere di coinvolgere le Organizzazioni Sindacali. Come rappresentanti degli oltre 21.000 dipendenti del Gruppo MPS, abbiamo molto da dire al tavolo. L’operazione di acquisizione, così come è stata ventilata, è parziale e selettiva. L’interesse di Unicredit appare limitato a una parte selezionata della rete commerciale situata nel Centro/Nord Italia. Che ne sarà degli uffici di Direzione Territoriale, di Area, di Direzione Generale, dei poli di Consorzio Operativo, delle società del Gruppo MPS? E come verranno gestite le filiali del Sud Italia? E le tante sovrapposizioni della rete commerciale nel resto del Paese?”
Ed ancora sugli esuberi che si prevede saranno generati da questa operazione:
“La quantificazione di migliaia di esuberi che immaginiamo trasversali in tutto il Gruppo, anche se gestita con il Fondo di settore magari potenziato con intervento statale, non può essere applicata se non confermando tutte le condizioni che sino ad oggi abbiamo introdotto per l’utilizzo del fondo.”
“Lo Stato ha investito miliardi dei contribuenti per il risanamento della Banca che non ha avuto luogo non certo a causa e per responsabilità di chi ci lavora. Ora lo stesso Stato non può mettere in atto la svendita di MPS lasciando che le Lavoratrici e i Lavoratori della banca più antica del mondo vengano espropriati del loro futuro.”