Il Centro Studi uilca “Orietta Guerra” ha pubblicato uno studio sulla contrazione degli sportelli bancari e del numero dei dipendenti del settore dal 2011 al 2020.
Lo studio mette a confronto i dati riguardanti l’Europa con quelli riguardanti l’Italia e questi ultimi con i dati rilevati in Sicilia (fig. 2).
La contrazione degli sportelli nei ventisette Paesi europei, è un fenomeno che ha comportato una riduzione, del 26,8%.
Nella figura a lato (fig. 1) possiamo riscontrare l’impatto differente in ogni paese. Il numero dei dipendenti è calato, nello stesso periodo, in Europa del 15,48% ed in Italia dell’11,42%.
Fulvio Furlan, Segretario Generale Uilca: “Agli sportelli bancari è sempre stato legato il destino dell’occupazione del settore. A questo evidente problema si aggiunge che la loro continua chiusura porta alla desertificazione bancaria di interi territori, con ricadute estremamente pesanti in termini sociali ed economici per la mancanza di intermediatori del credito, legali, affidabili e regolati. Il Sud Italia, ad esempio, pur avendo meno sportelli, ha registrato una contrazione quasi pari al Centro e al Nord, che ne hanno molti di più”
Ed ancora Furlan: “In Italia si spenderanno 248 miliardi nei prossimi anni grazie al Pnrr (Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza) per modernizzare il Paese, migliorare le infrastrutture, anche digitali, e attuare la transizione energetica. Il sistema bancario deve affrontare questa sfida con lungimiranza, senza logiche speculative prive di prospettiva, legate alla riduzione dei costi per la chiusura di sedi e sportelli o a fusioni pensate solo con riferimento alle agevolazioni fiscali e al ritorno per gli azionisti”
La concentrazione degli asset complessivi nei primi cinque gruppi bancari di ogni Paese europeo, rispetto agli asset totali, riduce la concorrenza. Agli inizi del XX secolo, in Italia, i primi cinque gruppi bancari detenevano il 22,7% del totale. Nel 2019, la concentrazione è arrivata al 47,9%.
Roberto Telatin, responsabile del Centro Studi Uilca “Orietta Guerra”: “È anche per questo che, come Uilca, sosteniamo la necessità di valutare ogni singolo progetto di fusione bancaria.”
“Se da una parte una fusione può rafforzare il capitale delle banche, dall’altra deve integrarsi nel Capital Market Union, il progetto voluto dalle istituzioni europee, dove il ruolo del risparmio, le tutele dalla concorrenza, la nascita di soggetti alternativi per erogare credito e finanziare imprese, soprattutto Pmi, sono finalizzati a facilitare il finanziamento a imprese e persone” conclude Telatin.
Un’importante trasformazione in corso del sistema bancario è l’utilizzo della digitalizzazione che consente alle banche di operare, sempre più, senza necessità di punti vendita fisici (sportelli) e, quindi, dipendenti. Questa evoluzione della fornitura di servizi, in Italia, ha visto aumentare i fruitori e-banking in maniera doppia dal 2011 al 2019. E’ il 36% la percentuale degli utilizzatori dei canali digitali delle banche. Questa possibilità ha reso disponibile l’accesso alle banche come anche ai servizi di e-commerce in generale, anche a residenti in zone rurali, avvicinando le loro abitudini,
di fatto, a quelle dei residenti nei grossi centri, fatto salvo il problema dell’età media della popolazione italiana che è tra le più elevate in Europa.
La digitalizzazione ha reso possibile anche un’ulteriore risparmio per le banche con l’utilizzo massivo di Smart Working che, anche alla fine di questa fase emergenziale, sarà sempre più utilizzata dagli Istituti di Credito.
Fulvio Furlan chiosa:
“Il sistema bancario e le banche devono strutturarsi per sostenere lo sviluppo del Paese, al servizio di territori, famiglie e imprese e fornire servizi sempre più diversificati e professionali ampliando le attività che svolge, facendo formazione continua e nuova occupazione.“
La tecnologia applicata ai servizi bancari, al momento, è utile soprattutto per vendere prodotti di massa a basso valore aggiunto e bassa marginalità, quindi “per aumentare i ricavi bisogna proporre nuovi servizi”, osserva Roberto Telatin, “perché le fusioni non si potranno fare all’infinito e gli sportelli da chiudere non sono illimitati, per cui bisogna pensare di aumentare i ricavi per fare utili”.